P ista Isis. Sinistri post su internet attribuiscono ai «vendicatori di Mosul» la responsabilità del brutale attacco a Westminster di ieri pomeriggio ed esprimono entusiasmo per il vile massacro di Londra. Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web, mostra l'immagine recuperata su internet del Big Ben in fiamme, corredata da un testo in un inglese traballante che minaccia di «portare presto in Inghilterra la nostra battaglia che non è ancora cominciata, è solo questione di aspettare».
Non si tratta per ora di una vera rivendicazione dell'Isis, ma di una raggelante dimostrazione di esultanza da parte dei suoi simpatizzanti che vivono in Occidente: nella feroce logica dei fanatici dell'integralismo islamico sangue chiama sangue, e le vittime innocenti nei pressi del Parlamento britannico pagano per la sconfitta militare dello «Stato islamico» costruito con le armi dal «califfo» al-Baghdadi in Medio Oriente.
Anche se per qualche ora si era sospettata l'esistenza di un complice, a condurre l'azione terroristica, assicurano a Scotland Yard, è stato un uomo solo, quello che in alcune crude immagini viene mostrato senza vita sul selciato con accanto il lungo coltello che ha usato per uccidere e ferire prima di finire a sua volta abbattuto dai poliziotti di guardia a Westminster, che gli hanno sparato tre volte. Un individuo di circa quarant'anni con i capelli neri rasati quasi a zero e una barba senza baffi.
Sull'identità di questo personaggio si è costruito nel corso delle ore una specie di giallo. Alcuni media israeliani, tra cui il Jerusalem Post e la rete televisiva Channel 1, avevano riferito, citando fonti non ufficiali, che il killer sarebbe stato un cittadino britannico noto estremista islamico. Il suo nome d'origine è Trevor Brooks, 42enne proveniente dal sobborgo londinese di Hackney, meglio conosciuto come Abu Izzadeen e noto come «predicatore di odio». L'uomo è di origini giamaicane e risulta essersi convertito alla fede islamica già nell'adolescenza. Ma l'avvocato di Brooks ha smentito la notizia, precisando che il suo assistito si troverebbe in carcere.
Ufficialmente Brooks era un elettricista, ma la sua vera professione era la propaganda dell'odio religioso. Il suo curriculum è inquietante, e ne fa tutto il contrario della classica figura dell'«immigrato ben integrato» che improvvisamente diventa uno stragista. La sua radicalizzazione sembra infatti risalire addirittura al 1990, quando all'età di 15 anni aveva incontrato nella moschea londinese di Finsbury Park famigerati predicatori estremisti come Omar Bakri Muhammad e Abu Hamza al-Masri. E nel 2001, prima degli attacchi dell'11 settembre, era stato in Pakistan, ufficialmente «per seguire delle conferenze».
Oltre a ciò, ammise con la polizia britannica di aver frequentato campi di addestramento in Afghanistan e definì pubblicamente «encomiabili» i terroristi islamici che il 7 luglio 2005 fecero strage a Londra. Continuò a tenere sermoni violentissimi in moschea, in cui predicava di voler vedere applicata la legge coranica in Gran Bretagna e anticipava di voler morire come attentatore suicida. Intanto era anche attivo come portavoce di Al Ghurabaa, un'organizzazione integralista islamica attiva nel Regno Unito e messa al bando nel 2006.
In quell'anno Brooks-Abu Izzadeen finì in carcere, e nel 2008 subì un'ulteriore condanna a quattro anni e mezzo di reclusione per avere raccolto fondi destinati a organizzazioni terroristiche.
Nonostante ciò, nel maggio 2009 sarebbe stato scarcerato, anche se secondo le dichiarazioni rilasciate ieri sera dal suo avvocato sarebbe invece tuttora detenuto. Secondo Channel 1, l'uomo che ieri ha sparso morte a Westminster aveva anche cercato di raggiungere la Siria per unirsi alle milizie del «Califfato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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