Ci risiamo, boom di sbarchi. Nave Ong sotto inchiesta

Indagato l'equipaggio della Mare Jonio, imbarcazione sequestrata. Tra Lampedusa e Sicilia ieri 136 arrivi

Ci risiamo, boom di sbarchi. Nave Ong sotto inchiesta

In porto c'è entrata, ma non da nave libera. E il ministro Matteo Salvini lo twitta subito, tanto per rimarcare il fatto che la sua linea sull'immigrazione non è cambiata. Anche se nel giorno in cui la Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans che due giorni fa ha salvato 30 migranti su un gommone in avaria al largo della Libia, attracca a Lampedusa e viene subito sequestrata dalla Guardia di Finanza, altri settanta migranti fanno rotta sull'isola a bordo di due unità delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera dopo essere stati trasbordati da un barcone intercettato a 11 miglia dall'isola e ulteriori 36 salvati il 9 maggio dalla Marina militare approdano ad Augusta, con il placet del premier Giuseppe Conte (mal digerito da Salvini). Questi ultimi già ridistribuiti in altri Paesi dell'Unione europea. Segno che gli sbarchi sono ripresi e che, come dimostra il naufragio avvenuto al largo della Tunisia con sessanta dispersi, in mare si continua a morire.

E con gli sbarchi ripartono le polemiche sui porti aperti o chiusi, nelle quali entra a gamba tesa anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che manda a dire al ministro dell'Interno: «Qui entrano tutti». Anche il premier Giuseppe Conte interviene sulla vicenda della Mare Jonio per far sapere che «i migranti verranno fatti scendere e messi in sicurezza» e il vicepremier Luigi Di Maio per augurarsi che la nave della ong, già sequestrata in passato, «smetta di girare nel Mediterraneo facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va».

La Mare Jonio è stata sequestrata e l'equipaggio indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dopo aver caricato a 40 chilometri dalle coste libiche trenta naufraghi, tra cui due donne incinte, una bimba piccola e altri quattro minori non accompagnati, ed essersi diretta verso le acque territoriali italiane piuttosto che verso Tripoli, per coordinarsi con le autorità libiche, come era stato indicato dal Viminale. Dopo aver chiesto l'ingresso in un porto sicuro, all'alba di venerdì la Finanza è salita a bordo per un controllo di polizia, come previsto da una recente direttiva del ministero dell'Interno, ed ha riscontrato alcune irregolarità che hanno portato al sequestro, come già accaduto un paio di mesi fa quando il comandante e il capo missione furono indagati dalla Procura di Agrigento per lo stesso reato e la nave sequestrata e poi restituita alla Ong. «Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali Mare Jonio: bloccata e sequestrata. Ciao ciao», ha subito twittato Salvini spiegando che l'imbarcazione non è entrata a Lampedusa da nave libera. «Non voglio portare via il lavoro ai magistrati. Io faccio il ministro dell'Interno - ha continuato - e garantisco la sicurezza ai cittadini. Mi risulta che a bordo ci siano stati gli uomini della Finanza e che abbiano fatto i rilievi del caso. Tutto questo è stato sottoposto all'autorità giudiziaria». Saranno i pm a valutare, alla luce delle modalità di salvataggio e della situazione politica e di sicurezza in Libia dove la nave si è rifiutata di dirigersi, se ci siano profili di reato.

Dopo la notizia del sequestro della nave, la Ong Mediterranea ha polemizzato su Twitter: «Il Viminale annuncia il sequestro? Curioso che lo faccia via stampa prima che a noi. Nessuna notifica. Nessuna irregolarità riscontrata. Sequestro è un atto per tentare di fermarci».

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