Il codice Berlusconi: ecco tutte le mosse per tornare al governo

Dalle elezioni in Sicilia alla lotta al terrorismo islamista: la ricetta del "nuovo" Cavaliere

Il codice Berlusconi:  ecco tutte le mosse per tornare al governo

«Non pensavo di dover tornare in campo a 81 anni, ma quando dall'altro lato candidano premier personaggi come Di Maio, come si fa? È per senso di responsabilità verso il Paese che lo faccio, per portare il centrodestra unito a governare di nuovo». Allarga le braccia, Silvio Berlusconi, la giacca blu gli sta un po' larga per i chili persi a Merano, gli occhi gli brillano di un'eccitazione che non ha età. Nella suite Royale al primo piano del Palazzo della Fonte di Fiuggi, ha appena mangiato qualcosa dopo il discorso nella sala gremita della Convention, con il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e i più stretti collaboratori, Licia Ronzulli, Sestino Giacomoni e Andrea Ruggeri.

«Ho visto tanto entusiasmo - sorride - e tanti giovani. Francesca (Pascale, la sua compagna, ndr) mi ha detto di averne riconosciuti diversi che hanno cominciato con lei, parecchi anni fa. Vuol dire che è un partito vitale, attivo, che sa rinnovarsi e anche valorizzare chi ha più esperienza».

Il Cavaliere racconta che ha buoni motivi per essere ottimista. «In Sicilia vinceremo. Stiamo portando con noi anche Vittorio Sgarbi, è un po' matto ma quando parla di arte affascina tutti. Lo valutano al 4 per cento, lui dice 8. Comunque, va bene. E dopo la Sicilia, vinceremo ancora alle elezioni nazionali».

Giù nel salone delle Feste, poco prima il bagno di folla ha fatto prevalere la spontaneità sulla preparazione. «Di fronte a tanta gente che dimostrava di volermi bene in modo così caloroso, ho messo da parte il discorso scritto e ho parlato a braccio. Pensare che avevo fatto le 4 di notte per prepararlo, era lungo 40 pagine».

Sulla tema della cittadinanza, ad esempio, Berlusconi ha le una posizione ferma. «Il Pd ha tentato di imporre la norma dello ius soli al Parlamento e temo ci riproveranno. Quindi, dobbiamo dirlo con chiarezza: i nuovi italiani sono i benvenuti, solo se si sentono davvero italiani ed europei. E non basta un pezzo di carta, regole burocratiche come avere seguito un corso di studi. Devono condividere i valori fondanti della nostra civiltà. Non possiamo considerare davvero europeo o italiano, chi non crede nella parità fra uomo e donna, chi giustifica la violenza in nome della fede religiosa, chi odia ebrei o cristiani. La nostra società liberale ha il massimo rispetto per le convinzioni morali e religiose e per lo stile di vita di ciascuno. Ma non può integrare chi sogna di imporre un proprio modello, diverso e incompatibile con il suo».

Berlusconi è preoccupato per l'odio che porta sangue, per il terrorismo da cui l'Occidente deve difendersi. «Viviamo un conflitto di civiltà, non fra Occidente cristiano e mondo islamico, ma fra quello che noi intendiamo per civiltà - noi Europa, Stati Uniti, ma anche Russia, Israele e gran parte del mondo arabo - e un'ideologia politico-religiosa, l'integralismo islamico, che nega alla radice i nostri valori e vuole distruggerli. È sbagliato identificarla con la religione islamica, ma è una minoranza molto agguerrita, organizzata, ben finanziata, in guerra contro di noi. La grande sfida dell'Europa è isolare e combattere gli estremisti. Così si dà vero sostegno ai tanti islamici moderati che si sentono parte della nostra civiltà».

E oltre al terrorismo, ci sono i venti di guerra, i missili del dittatore nordcoreano Kim.

«Quando sento che Trump risponde con un tweet al lancio di un missile - sbarra gli occhi il Cavaliere - quasi non ci credo. Quando ero premier, io riunivo tutti i consiglieri, valutavo bene la reazione, pesavo le parole. Così si rischia davvero la catastrofe».

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