Concorso Miss Italia: in finale le favorite sono due ragazze «vittime del razzismo» Nei sondaggi volano l'africana Osaremen e la musulmana Ahalam

Tema: come resuscitare un programma in stato catatonico? Svolgimento: puntando sul razzismo, sperando che scoppi la caciara mediatica e l'audience ne benefici. La ricetta, tanto sfruttata dai talk più o meno politici, ora è pronta per essere servita anche sulla passerella del concorso di Miss Italia. In vista della finale di domenica sera su La7 , infatti, la spettabile ditta Patrizia Mirigliani&C. ha pensato di giocarsi la carta del «filone discriminatorio» nel tentativo di dare linfa a una trasmissione che sembra ormai un albero coi rami secchi. Per questo gli esperti «botanici» della manifestazione stanno provando a innestare nella pianta appassita i germi rivitalizzanti della polemica xenofoba. Obiettivo dell'«operazione salvataggio»: far rimanere rigoglioso il business che per tutto l'anno fa fiorire concorsi di bellezza attraverso una miriade di selezioni locali col miraggio della finale nella lussureggiante serra di Jesolo. Ogni anno bisogna trovare delle provocazioni che facciamo titolo, e per questa edizione i «pubblicitari» by Mirigliani hanno individuato la leva acchiappa-ascolto nel presunto razzismo dei nostri connazionali. Il piano degli organizzatori del concorso prevede l'arrivo sul filo di lana dell'incoronazione di due ragazze di colore, anche se italiane a tutti gli effetti: la «musulmana» Ahlam El Brinis (genitori marocchini) e l'«africana» Osaremen Mangano (madre nigeriana). Entrambe le miss sostengono che una loro vittoria a Jesolo rappresenterebbe un «enorme riscatto». Contro cosa? Ma contro il «razzismo» del nostro Paese, ovviamente. Una nazione che, tra le poche nel mondo, è in prima linea sul fronte dell'accoglienza di profughi e migranti. Ma per gli strateghi della comunicazione di Miss Italia sarebbero «insofferenti» proprio nei riguardi delle belle Ahlam e Osaremen. Le prove? Ahlam avrebbe ricevuto sul suo profilo Facebook «minacce anonime» (con messaggi del tipo «l'Islam non è una religione per le z...

come te» e «A Jesolo ti servirà una scorta»); mentre Osaremen ha rilasciato un'intervista all'autorevole Diva e Donna in cui ricorda come da bambina a scuola la chiamavano «scimmia negra». Risultato: da un sondaggio sul web le due miss «straniere» risultano in testa nelle preferenze. Altro che razzismo. Tiè.

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