Napoli - Da #portiaperti a porte aperte è un attimo. Le porte sono quelle dell'amministrazione comunale di Napoli da cui è intenzionato a uscire, dopo appena due settimane, l'ultimo arrivato del civico consesso.
Viraj «Ferdinando» Prasanna, cingalese di 42 anni, eletto da poco meno di 500 votanti (su 25mila aventi diritto) consigliere extracomunitario nel parlamentino partenopeo. Come testimoniato dai video che in questi giorni spopolano sul web, Prasanna non mastica una parola di italiano. E ha forti difficoltà anche a comprenderlo. Come può, quindi, difendere le prerogative e i diritti degli stranieri nel capoluogo?
Da qui la scelta di dimettersi per evitare tutta quella coda di polemiche che lo inseguono fin dentro la comunità cingalese che, invece, lo invita a resistere. Lo smacco politico per il sindaco Luigi de Magistris, che sull'elezione del consigliere «aggiunto» aveva giocato una sua personalissima partita in contrapposizione al ministro Matteo Salvini, c'è tutto. Anzitutto per la tempistica: il regolamento sul 41esimo consigliere è stato approvato nel 2012, ma solo a inizio luglio quando la polemica sulla gestione dei migranti aveva raggiunto l'apice a Palazzo San Giacomo hanno deciso di accelerare con le votazioni. Appena due i candidati, e paradosso a vincere è stato quello che parla peggio l'italiano. Ma ora Viraj «Ferdinando» Prasanna ha deciso di fare un passo indietro, in rottura con gli ambienti rivoluzionari arancioni.
La colpa, dicono quelli che ci hanno parlato in queste ultime ore, è dei giornali che lo stanno inseguendo un po' ovunque ma soprattutto dell'amministrazione comunale che non lo ha difeso nel momento delle critiche. Anzi, lo ha mandato allo sbaraglio pur di portare a casa il risultato da contrapporre alle nuove politiche dell'accoglienza del governo gialloverde.
Non si sono preoccupati, a Palazzo San Giacomo, nemmeno di verificare l'elemento basilare per l'esercizio dell'azione politica da parte del consigliere. Che conoscesse, cioè, la lingua in cui sono scritte delibere e determine. Vero è che non ha diritto di voto, ma di parola sì. Troppo, anche per Viraj Prasanna detto «Ferdinando» dallo Sri Lanka.
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