Coronavirus

"Contagiati anche tanti vip Sono soli e hanno paura"

Ha inventato la "telegenia del sorriso". Cura politici e personaggi famosi: "Ora mi chiamano per rassicurarsi"

"Contagiati anche tanti vip    Sono soli e hanno paura"

«Altro che Avanti Cristo e Dopo Cristo, sarà Avanti Coronavirus e Dopo Coronavirus» ne è certo il dottor Giovanni Macrì (medico chirurgo specializzato in odontostomatologia), praticamente l'uomo che ha inventato la «telegenia del sorriso» perché un conto è avere un sorriso che funzioni «de visu», un altro è sorridere a favore di telecamera. Per questo tra i suoi pazienti ci sono personaggi dello spettacolo, politici, sportivi. «E continuano ad essere miei pazienti in questi giorni...»

In che senso, mica continuerà a lavorare?

«Certo che no. Sono nella mia casa di Bergamo con moglie, tre figli e il cane, a rispettare tutte le regole del caso».

E quindi?

«Sono diventato una specie di consulente, confessore, medico di base... non saprei».

Lei, il Bottura dei denti?

«Beh, a parte il fatto che ho sempre avuto una specifica simpatia per la virologia, ma poi questo virus, passa proprio dalla bocca. E comunque c'è tutta una realtà della quale si parla poco. Quella delle persone malate a casa. O che accusano sintomi e non sanno come interpretarli, non ha idea della quantità di miei pazienti che mi chiama terrorizzato».

Ed essendo i suoi pazienti per la maggior parte vip, dobbiamo pensare ce ne siano tanti malati...

«Più di quanto possiate immaginare. Questo virus è tremendamente democratico e lascia chi ne viene colpito, solo. Indipendentemente di chi si tratti: non ci sono domestici, autisti, mogli... E ha un minimo comune denominatore: la paura».

Ma chi la chiama?

«Tantissimi miei pazienti, ma anche loro parenti che non saprebbero a chi rivolgersi, perché è un po' questo il problema. Chi non è ospedalizzato o chi non è considerato grave, viene lasciato a casa di fatto un po' in balia di se stesso. Non è colpa della sanità, è che la situazione è al collasso e anche quei poveri medici di base non sanno più da che parte girarsi».

E quindi, cosa le chiedono?

«Mi raccontano i sintomi, mi aggiornano sulla febbre che sale, anche con cinque o sei telefonate al giorno. E di notte... Mi dicono che non hanno fame e mi chiedono se devono sforzarsi di mangiare, se devono prendere qualcosa per la tosse... Ma il protocollo che per chi è a casa prevede solo paracetamolo».

Paracetamolo, nessun contatto, come fa ad aiutarli?

«Soprattutto dal punto di vista psicologico. Lei non ha idea quando mi sento dire ho paura, magari da qualcuno di questi personaggi che vedi sempre in tv e che ti sembrano tutto tranne che vulnerabili. Soli, ammalati, l'ansia si trasforma subito in panico».

Ma sono davvero malati o è l'ansia a produrre i sintomi?

«Guardi, io sono l'ultimo rifugio dell'ipocondria, ma se mi venisse la febbre adesso, diventerei ipocondriaco anch'io. In più chi mi chiama ha davvero sintomi e andando verso la Primavera, iniziano a terminare le normali influenze, io li tratto tutti come si tratta il Covid 19. Certo, finché la patologia è gestibile da casa».

Sono più spaventati gli uomini o le donne?

«Gli uomini, senza dubbio. Da loro più spesso mi sento dire sto morendo di paura. Ed è comprensibile. Se penso che all'inizio ne parlavano come di una influenza solo un po' più forte. Cose da pazzi. Nel mio programma televisivo ho una rubrica Lo ha detto la tv, un tempo era come la parola del Vangelo, adesso uso questa rubrica per smontare tutte le castronerie che spesso si sentono in onda. Meglio medici che conducono un programma che conduttori che parlano di medicina».

A chi sta bene, cosa dice di fare?

«Seguire le regole, mangiare bene, attenersi al Decreto. Per esempio, che bisogno c'è di andare a correre adesso dal momento che il fisico si stressa? Per avere un lato b adatto ad uno scatto per Instagram? Ne vale la pena?».

Perché dice che nulla sarà più come prima?

«Cambieranno tante cose, vedrà. O almeno lo spero. La gente in queste circostanze riflette.

I politi capiranno che non si può ridimensionare la sanità, anche il mondo economico farà forse scelte diverse».

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