È un tenente di 43 anni del Secondo Reggimento Genio Pontieri di Piacenza il militare risultato positivo al test sul coronavirus. Si tratta di un militare dell'esercito in servizio a Milano nell'ambito dell'operazione Strade sicure, residente a Cremona, che era assente dal servizio già da mercoledì della settimana scorsa e si trovava nella propria abitazione quando ha avvertito l'insorgenza della sintomatologia che lo ha indotto ad avvisare il personale sanitario. Al momento si sta cercando di capire come l'uomo abbia potuto contrarre il virus e se sia venuto a contatto con qualcuno dei casi già riscontrati, ma anche se tra i colleghi vi possano essere altri soggetti positivi. Sarebbe in buone condizioni di salute.
Con una nota inviata dalla Forza armata ieri mattina si apprende che «immediatamente, a titolo precauzionale, a tutela degli uomini e donne in uniforme e in aderenza alle disposizioni emanate dal ministero della Salute, l'Esercito ha predisposto le norme di massima tutela e la sorveglianza sanitaria del personale presente nell'infrastruttura in cui era temporaneamente impiegato e che possa essere entrato in contatto con il militare nei giorni precedenti».
In particolare sono state avviate le verifiche sanitarie su tutto il personale della base «per il previsto periodo di sorveglianza sanitaria. Subito intraprese inoltre, le attività per procedere alle fasi di disinfezione dei locali interessati». I commilitoni che sono venuti a contatto con lui, insomma, saranno sottoposti a quarantena obbligatoria. Tanto che diversi compagni di Reggimento del militare infettato sono stati richiamati mentre erano in servizio a Milano per far rientro in caserma e sottoporsi alla quarantena obbligatoria.
«L'Esercito - si legge ancora nella nota -, coinvolto sin dalle prime ore in attività di supporto connesse al rimpatrio dei connazionali dalla Cina e dal Giappone e alla gestione della loro successiva sorveglianza sanitaria, già dalla fine del mese di gennaio ha impartito a tutto il proprio personale, le disposizioni necessarie alla tutela della propria salute e alla gestione di evidenze sintomatiche a cui avrebbero potuto far fronte durante il proprio servizio». Al momento tutto il personale è dotato di mascherine e di tutti quei dispositivi necessari alla salvaguardia della salute. Non ci sarebbe quindi emergenza, ma niente viene sottovalutato, visti i rischi.
Ieri il delegato Cocer dell'Esercito Pasquale Fico ha attaccato il deputato Davide Galatino (FdI, ma ex 5 stelle) perché ha dichiarato di essere pronto «a dare battaglia» in merito alla situazione del coronavirus e perché chiede che si stia facendo per prevenire i contagi dei militari dell'operazione Strade sicure. Sulla vicenda c'è molta confusione. E qualche sindacato militare chiede attenzione per gli uomini delle Forze armate.
«Dare battaglia a chi e perché? - scrive Fico - Galantino dice che da diversi reparti arrivano segnalazioni secondo cui non sarebbero state diramate indicazioni per le unità impegnate. Non sono io che devo spiegare le disposizioni dei vari livelli di comando, ma già il 30 gennaio sono stati diramati ai diversi raggruppamenti dell'operazione gli ordini basati sulle indicazioni del ministero della Sanità». E prosegue: «Lo dico perché trovo vergognose queste operazioni di sciacallaggio in un momento così complicato e di grande allarme, solo per cercare di ottenere un po' di visibilità personale e qualche misero vantaggio politico. Tanto più quando provengono da un militare che è oggi temporaneamente anche un parlamentare.
Vogliamo responsabilità, non ci servono personaggi che giocano a fare gli untori per infettare l'opinione pubblica e i militari che fanno come sempre il loro dovere». Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, segue personalmente e con attenzione la situazione. Lo Stato Maggiore ha messo a disposizione tutte le precauzioni necessarie a evitare eventuali altri contagi.
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