Comincia un'altra settimana di passione per il governo Conte. Tra autonomia e assestamento di bilancio, la maggioranza gialloverde è attesa da un banco di prova decisivo per la tenuta dell'esecutivo. Si comincia oggi: alle ore 18 è convocato il Consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera alla legge sull'assestamento di bilancio e al piano messo a punto dal Tesoro per evitare la procedura di infrazione alla vigilia della riunione della commissione Ue a Strasburgo che deciderà se proporre o meno il cartellino rosso per l'Italia.
Dopo il rinvio di sette giorni fa, dovrebbe essere la giornata clou per l'ok all'assestamento. Anche se le posizioni di Lega e Movimento cinque stelle restano distanti: il Carroccio non vuole mollare la presa sulla flat tax. Strada impraticabile al momento, perché l'Europa chiede al governo italiano di riportare i conti in ordine senza ulteriori sforamenti. I Cinque stelle restano alla finestra: l'abbassamento della pressione fiscale non è tra le priorità del vicepremier Luigi di Maio. Conte ha provato a gettare acqua sul fuoco, arrivando ieri a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario sulle nomine: «Lunedi cdm, aspettiamo fiduciosi risposta della Commissione Ue». Ribadendo poi: «Non c'è nessun veto di Salvini sulla trattativa con la Ue sulla eventuale procedura. Sulla flat tax garantisco io come presidente del Consiglio. Come ho detto più volte faremo la riforma fiscale e ci metteremo da subito a lavoro, dalla settimana prossima, per elaborare un progetto riformatore nell'interesse degli italiani». Anche se il capo politico del M5S teme però che il braccio di ferro tra il ministro dell'Interno e l'Europa sulla flat tax possa far saltare il tavolo. Nervi tesi, dunque, nella maggioranza.
La priorità resta la battaglia con l'Europa per evitare la procedura d'infrazione. La parola finale spetterà all'Ecofin in programma il 9 luglio. Ma domani la Commissione Ue si riunirà a Strasburgo, per decidere se raccomandare o meno l'avvio di una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia.
Ieri, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, arrivando al vertice dei leader dell'Ue sulle nomine per i «top job», ha glissato: «Non è un argomento di oggi». La tensione resta, però, altissima. Mercoledì altro passaggio cruciale per il futuro dell'esecutivo gialloverde con l'esame nel Consiglio dei ministri delle intese con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sull'autonomia differenziata. Più della procedura d'infrazione, l'autonomia rischia di trasformarsi nella Caporetto per la maggioranza.
Il Movimento cinque stelle non può cedere alle richieste leghiste: i parlamentari del Sud, appoggiati dal presidente della Camera Roberto Fico e da Alessandro Di Battista, hanno messo spalle al muro il ministro del Lavoro Luigi di Maio. La bozza di autonomia differenziata, così come voluta dalla Lega, va rigettata al mittente. Salvini, dal proprio canto, avverte il pressing dei governatori del Nord. Anche in questo caso, Conte tenterà una difficile mediazione.
Altro terreno di scontro che attende il governo a metà settimana è il dossier Alitalia: mercoledì al Mise c'è l'incontro Di Maio e i sindacati.
Il vicepremier punta a chiudere il dossier Alitalia «entro il 15 luglio» e ha spiegato che «ci sono offerte che stanno arrivando» e non ci sono solo Atlantia e Lotito come possibili acquirenti.Sullo sfondo, il 10 luglio, arriva al Senato il testo grillino per il dimezzamento dei parlamentari: la maggioranza, risicata, spera nel soccorso di Fratelli d'Italia.
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