Conte stoppa la fronda M5s contraria al green pass

No-vax, no-greenpass e soprattutto allergica alle responsabilità di governo (e ai propri leader): la pancia grillina è sempre la stessa

Conte stoppa la fronda M5s contraria al green pass

No-vax, no-greenpass e soprattutto allergica alle responsabilità di governo (e ai propri leader): la pancia grillina è sempre la stessa.

E a farne le spese è il solito Giuseppe Conte: ieri si è trovato a fronteggiare una parte del gruppo parlamentare in rivolta che reclamava la fine immediata di ogni regola anti-pandemia e delle «misure odiose del governo Draghi» che hanno domato i contagi. E proprio al capo politico (sub iudice) di M5s è toccato difendere i risultati della linea del suo successore a Palazzo Chigi, bloccando le velleità di quei deputati e senatori che insistevano per presentare un ordine del giorno anti-greenpass: «Non possiamo smantellare le misure di precauzione adottate, bisogna fare affidamento su un percorso di interventi che, dobbiamo riconoscerlo, hanno introdotto sensibili novità», ha detto. E che si potranno ridiscutere solo a fine emergenza, in aprile: «Dire che siamo già fuori dalla pandemia è scorretto, e il greenpass è stato un buon compromesso». Conte ha scontentato la fronda interna, animata da strateghi del calibro di Danilo Toninelli, che preme per tornare alla linea novax e per «non lasciare a Lega e FdI» la propaganda demagogica su questi temi.

A finire sul banco degli imputati nella riunione M5s è stato anche il viceministro della Sanità Sileri, reo di

andare troppo in tv a difendere i vaccini. Che ha reagito energicamente, chiedendo ai 5s di «smetterla di giocare coi numeri e fare i virologi improvvisati: se pensate di saperne di più di chi è titolato pensate una cazzata».

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