Conte: "Tanti malati, sorpreso". Salvini: "Chi sbaglia paga"

Congelata la crisi con Iv, ma esplode lo scontro sul premier. Che nei talk show si dice «stupito dai numeri»

Conte: "Tanti malati, sorpreso". Salvini: "Chi sbaglia paga"

L' emergenza virus è il nuovo motivo di scontro tra Salvini e il premier. A scatenare il leader della Lega sono queste parole di Conte: «Confesso che sono sorpreso da questa esplosione di casi (di coronavirus, ndr)». «Non è possibile avere un presidente che si dice sorpreso dall'aumento dei contagi, non può essere sorpreso, può esserlo il passante che passeggia a Roma, Conte è pagato per risolvere i problemi». attacca Salvini ospite di Giletti a La7. «Se leggiamo la cronaca qualcuno chiedeva controlli fin da gennaio, i parlamentari della Lega chiedevano la quarantena per chi tornava dalla Cina, per tutta risposta fino a ieri mi hanno dato del pagliaccio, miserabile, sciacallo. Se qualcuno avesse messo in quarantena invece di prendersela con Salvini. Qualcuno fino a venerdì dichiarava è tutto sotto controllo. Se qualcuno ha sbagliato dovrà chiedere scusa agli italiani. Sono assolutamente d'accordo con Mattarella, che invita a stare insieme. Ma non possiamo dimenticare che fino a ieri qualcuno ha dormito», continua, riferendosi ovviamente a Conte. Il quale, in una specie di botta e risposta in differita televisiva, gli ha risposto spiegando cosa volesse dire definendosi «sorpreso» dal proliferare di casi di contagio. «Non siamo rimasti impreparati, la mia sorpresa è dovuta al fatto che c'è stato un picco da un giorno all'altro. Abbiamo sempre lavorato in vista di una potenziale diffusione, non improvvisiamo nulla e abbiamo dei piani» ha detto il premier su Rai2. Poco dopo, in collegamento anche lui con «Non è l'arena», replica direttamente alle parole di Salvini: «A me dispiace per queste reazioni, non ci deve essere differenza di colore politico in una emergenza nazionale come questa. Io ho parlato con tutti i leader, anche dell'opposizione, con Silvio Berlusconi ho avuto conversazione molto cortese, mi ha dato la sua solidarietà per proteggere la nostra comunità, ho provato a chiamare Salvini, gli ho mandato un sms, ma non mi ha risposto. Lo trovo molto triste, so che il governatore Fontana ha raggiunto Salvini e che condivideva le misure approvate da noi ieri. Ma non sono riuscito a parlagli».

Ma a parte lo scontro con Salvini, il Coronavirus sta avendo l'effetto paradossale di migliorare la salute del governo. Se fino a pochi giorni fa il destino dell'esecutivo sembrava appeso al voto di qualche gruppetto di responsabili vista l'imminente uscita dei renziani dalla maggioranza, l'emergenza sanitaria sembra aver messo in quarantena la crisi. Il primo risultato è stata la tregua con Italia Viva. Renzi aveva messo in agenda un faccia a faccia con Conte settimana prossima, con quattro punti da condividere con il premier come condizione per andare avanti. Invece il leader Iv ha proposto una tregua, rinviando il redde rationem a data da destinarsi, quindi di fatto congelando la crisi («La priorità ora è gestire l'emergenza, l'incontro con il governo verrà dopo»).

Il premier fa appunto appello all'unità: «Di fronte a questa emergenza non c'è distinzione tra maggioranza ed opposizione. Io personalmente ho voluto informare i leader dell'opposizione delle misure che abbiamo preso. Di fronte alla salute dei cittadini che ci sta a cuore, non ci devono essere colori politici» dice Conte, dopo aver elogiato l'atteggiamento delle forze di opposizione, coinvolte durante il Cdm che ha approvato il decreto con le prime misure contro l'epidemia. La suggestione che gira in queste ore è persino un governo di salute nazionale, una sorta di maggioranza con dentro tutti per affrontare l'emergenza virus. Conte non ha confermato ma neppure smentito questa ipotesi («Il mio compito è lavorare per contenere contagio»). Il succo è che il clima, nel giro di un paio di giorni, è radicalmente mutato. Tutto lascia pensare che non ci saranno agguati in aula fintanto che l'allarme resterà elevato. Anche sui dossier più spinosi, quelli che hanno visto contrapposti violentemente maggioranza e opposizione (ma anche renziani), come la prescrizione, sembrano sgonfiarsi.

Non è un caso che Fi abbia ritirato ieri i due emendamenti contro il dl Bonafede sulla prescrizione. «Pensiamo che in questa fase vadano messi da parte i temi divisivi, le priorità sono altre» spiega il deputato Enrico Costa, responsabile giustizia di Fi.

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