Roma Non solo politica. In parallelo alla carriera tra governo e Pd di Maria Elena, l'intera famiglia Boschi sta collezionando incarichi nel mondo degli affari. Tra lauti guadagni, e altrettante polemiche, le avventure del padre e dei fratelli del ministro delle Riforme costituzionali e dei rapporti con il Parlamento sempre più al centro dell'attenzione delle cronache.
L'ultimo caso, già anticipato dal Giornale, è quello di Emanuele, fratello 33enne e minore di due anni del ministro, ha appena ricevuto una consulenza da 150mila euro dalla Ccc di Bologna, ovvero dal Consorzio cooperative costruzioni, che opera da oltre cento anni (fu fondato nel 1912). Insomma una classica coop rossa.
Poche notizie trapelano al momento riguardo al contratto di Emanuele, ma ieri il Fatto Quotidiano ha rivelato che il giovane dovrebbe occuparsi, assieme ad altre quattro persone, della parte fiscale legata alla costituzione del consorzio Integra, oltre che della «due diligence» di Ccc.
Insomma, al fratello del ministro sarà affidato il compito di far partire Integra, una società a cui aderiscono 116 soci, molti dei quali legati alla rossissima Legacoop, ma allo stesso tempo di riuscire a tenere in piedi la vecchia «carovana». Boschi, guarda le coincidenze, lavorerà a stretto contatto con Francesco Bonifazi, ex fidanzato della sorella Maria Elena e tesoriere del Pd, ma anche con il presidente di Ccc Vincenzo Onorato. Assieme a lui saranno impiegati anche Il tributarista Jacopo Lisi, il professor Pier Luigi Morara, l'avvocato Leonardo Romagnoli e il commercialista Domenico Livio Trombone. Pensare che Emanuele vanta già un'assunzione a Banca Etruria (2007), un periodo lavorativo nello studio di Umberto Tombari, dove già era occupato l'ex di Maria Elena e la presidenza della Mantellate Nove srl, società di cui è socio lo stesso Bonifazi.
La serie di incarichi degli altri componenti della famiglia Boschi è tutta da scrivere. Pier Francesco, ingegnere, classe 1988, l'altro fratello di Maria Elena, è dipendente della Cmc, ovvero della Cooperativa muratori e cementisti, con sede a Ravenna ed è stato assunto fresco di laurea. Il padre Pier Luigi, che ha un passato nella Coldiretti, ma anche da presidente (fino al 2010) dell'Unione provinciale di Arezzo delle Coonfcooperative, nel 2011 entrò a far parte del consiglio di amministrazione di Banca Etruria (allora prendeva 71.466 euro annui) e divenne vicepresidente del gruppo bancario nel 2014 (questa volta per 189mila euro all'anno) ovvero dieci settimane dopo che la figlia Maria Elena aveva assunto l'incarico di ministro. Tra i suoi altri incarichi anche una partecipazione nel consorzio tutela vini del Valdarno di Sopra. Ma nel suo curriculum conta anche un passato (e in alcuni casi un presente) come presidente de La Treggiaia srl, presidente del Frantoio sociale Sette Ponti (società cooperativa), presidente de L'orcio srl, vicepresidente di Montecucco srl (società agricola), consigliere della società Immobiliare Casabianca srl, consigliere del Frantoio di Ricasoli (società agricola cooperativa), consigliere di Ciuffenna (società agricola cooperativa), consigliere de L'Olivo (società cooperativa), consigliere di Zootecnica del Pratomagno (società cooperativa), consigliere di Ciuffenna srl, amministratore di Progetto Toscana srl, amministratore della società Le Logge srl e amministratore della società Pestello srl.
Pare che il suo patrimonio superi oltre un milione e centomila euro.
Insomma una fitta rete di aziende, imprese, collegamenti che riportano sempre allo stesso nucleo familiare: quello del ministro Maria Elena. Un momento davvero fortunato per i Boschi. Un po' meno per i risparmiatori di Banca Etruria.
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