Patricia Tagliaferri
Gli adulti non le credevano quando a fatica cercava di raccontare quello che da mesi era costretta a subire dal prete della sua parrocchia. Ma non si è persa d'animo, nonostante i suoi 11 anni non ancora compiuti, e ha trovato il modo di farsi ascoltare, portando le prove che nessuno avrebbe potuto ignorare: le registrazioni degli incontri in cui il religioso abusava di lei. Così si è salvata da sola, facendo arrestare don Michele Mottola, l'ormai ex sacerdote della parrocchia di Trentola Ducenta, nel Casertano.
Quasi uno di famiglia per lei, che ama frequentare la parrocchia e cantare in chiesa. Il sessantenne originario di Caviano, invece, approfittando della sua innocenza riduce la bambina in uno stato di prostrazione dalla quale la piccola cerca in ogni modo di liberarsi, parlandone con una catechista e con due amici parrocchiani che però sottovalutano il suo grido di aiuto o scrivendo lettere drammatiche, come questa, che avrebbe voluto consegnare al prete: «Vorrei morire per non vedere più nulla. Voglio solo una vita come quella di tutte le altre bambine. Don Michele, io le voglio bene, ma mi tratti come tutte le altre bambine». Prima di riuscire a trasformare il suo dolore in coraggio, l'undicenne annota tutto in un diario dove si chiede se quello che sta accadendo tra lei e don Michele sia sesso. Ma quando prova a dirlo ai grandi, non alla mamma perché con lei ancora non riesce ad aprirsi, nessuno le crede: «Smettila», «ti stai sbagliando». Invece di arrendersi la bambina decide di dimostrare che non mente e comincia a registrare gli incontri con il telefonino. È un susseguirsi di sussurri, lamenti, richieste di baci, lei che dice «basta», «lasciami stare non mi devi più toccare», lui che prova a calmarla dicendole che le vuole bene. Maria si preoccupa anche che l'audio si chiaro: «Spero si sia sentito», bisbiglia. Un pugno nello stomaco quelle voci, ora nel fascicolo di indagine della Procura di Napoli. Registrazioni che già a maggio erano state portate alla Curia di Aversa dai genitori della bimba, nel frattempo messi in guardia dai fedeli, e convinto il vescovo a sospendere il prete. Lo stesso vescovo che poi ha suggerito a quel papà e a quella mamma di denunciare tutto alla magistratura.
Negli audio, resi pubblici dalle Iene, alle quali nel frattempo si erano rivolti i genitori, si sente il sacerdote che prova a convincere la bimba a non parlare di quella «storiella» tra loro altrimenti le persone avrebbero pensato male. Quando lei, quasi sentendosi in colpa, ammette di averne parlato a due parrocchiani, lui passa al contrattacco, convoca la mamma in chiesa e cerca di far passare la bambina per una mitomane. Convincente al punto che anche la donna arriva a dubitare della figlia. Nel frattempo prova a far leva sulla piccola già in preda ai sensi di colpa: «Puoi dire che ti sei inventata tutto».
Ma a questo punto si fanno avanti i fedeli depositari delle prime confidenze, finalmente consapevoli di aver sbagliato a sottovalutare i racconti della ragazzina.
Affrontano il prete, gli fanno sentire le registrazioni, lo spingono ad ammettere. «Vi assicuro che non sono andato a fondo», prova a giustificarsi. Nel corso dell'incidente probatorio, con vittima e carnefice faccia a faccia, la coraggiosa undicenne conferma tutto.
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