Liberté , egalité , fraternité. E santé. La Francia amplia il suo motto, ai tre sostantivi rivoluzionari e storici, aggiunge la salute che è un bisogno sociale, una reazione a un malessere ormai comune, dunque « allons enfants » ma dal medico per una ricetta ad hoc. L'idea, anzi l'emendamento a una legge del 2012, porta la firma di Valérie Fourneyron, ex sindaco di Rouen, ex ministro dello Sport, della Gioventù, dell'Educazione popolare e poi ex ministro del Commercio, dei Consumi e dell'Economia sociale e solidale. Ho ripetuto «ex» perché madame Fourneyron ha dovuto dimettersi dagli incarichi a causa di un problema di salute, sembra una meningite, che le ha impedito di proseguire nella missione che le aveva affidato il presidente Hollande.
Valérie Fourneyron è medico sportivo, è stata la responsabile dello staff sanitario delle squadre di pallavolo e di hockey su ghiaccio di Rouen e ha, dunque, visto sul campo quali siano i problemi dell'ultima generazione francese, obesità, difficoltà cardiovascolari, alimentazione sbilanciata, diabete, tumori. Ora i colleghi medici di Valérie, se l'emendamento verrà accolto, avranno la facoltà di prescrivere ai propri pazienti un paio di ore di bicicletta, di corsa lenta, di capillarizzazione (loro dicono endurance ) ma al posto dei farmacisti ci saranno, anzi sono già in funzione, speciali educatori sanitari, a questo preparati, che suggeriranno ai pazienti il tipo di disciplina sportiva, non agonistica ovviamente, per rimediare agli affanni e recuperare una sanità fisica smarrita. Il Paese di Molière e del suo Malato immaginario si adegua ai tempi, qui non si tratta di ipocondriaci e di medici arraffoni, qui c'è gente che sbanda, ragazzi senza nerbo, citoyens malati sul serio.
Passate le Alpi, potrebbe essere comunque una buona idea da suggerire a Ignazio Marino che, come madame Valérie, è medico e sindaco, addirittura della capitale d'Italia.
Il primo cittadino di Roma darebbe l'esempio, lui che ha ormai abbandonato la Panda, in parcheggio intendo, e ama farsi fotografare o filmare mentre pedala in bicicletta, si faccia carico di scrivere le ricette per gli abitanti della città eterna e li dirotti poi verso l'organizzazione sanitaria che lui stesso avrà cura di allestire, dopo consultazione con il governo sempre reattivo. Ma con la salute non si scherza, basta guardarsi in giro per capire che le scelte di vita, per alcuni, riguardano il giro vita e non l'esistenza quotidiana.
Temo però che la legge francese possa avere cattive attuazioni nel nostro Paese.
Posso, infatti, già prevedere lunghe file nelle sale di attesa dei medici: in cambio di una ricetta si eviterà di andare al lavoro e, invece, si potrà correre al parco o nuotare in piscina.In verità già accade, senza nemmeno bisogno di una legge, bastano i sindacati.
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