Così l'"anatra zoppa" Conte può diventare un premier vero

Il primo ministro metterà sul tavolo lo spettro della crisi

Così l'"anatra zoppa" Conte può diventare un premier vero

Non sappiamo se in Corea e Vietnam Giuseppe Conte abbia potuto gustare, tra le altre, una delle più note specialità di quei luoghi, l'anatra laccata. Ma di certo quello tornato dall'Estremo Oriente è un'«anatra zoppa», più che un premier nel pieno possesso delle sue funzioni e potestà.

Estromesso dagli accordi spartitori tra i vicepremier, tornati pappa e ciccia, Conte ha dovuto assistere alla bufera abbattutasi sul ministro dell'Economia, Giovanni Tria, senza poter profferire verbo e con la consapevolezza che senza la tettoia offertagli dal Quirinale si sarebbe trovato lui sotto i chicchi di grandine. Quasi un meteo avverso a futura memoria (e non solo per Palazzo Chigi) che non fa presagire nulla di buono, per l'estate. Se il premier viene risparmiato, per ora, è solo perché caduto il «Conte uno» del «due» non v'è certezza. L'avvocato di Palazzo Chigi ne è conscio già da giorni, da quando ha sintetizzato la propria posizione scomodando il Poeta: «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie».

Le opposizioni lo danno già per spacciato. Matteo Renzi, che ha fatto della frettolosa animosità la sua cifra distintiva (vizio che pure gli costò la cappa), lo dileggia da settimane senza ritegno: «È il primo ministro più inesistente della storia repubblicana. Sono imbarazzato per lui, è un aspirante cerimoniere», sono le contumelie lanciate ieri.

Non sappiamo quale sarà il prossimo destino dell'«avvocato del popolo», eppure è plausibile che l'ex timido premier dovrà in questa settimana cruciale farsi ancora più di caucciù per resistere agli strattoni di Salvini e Di Maio. La sua missione sembra talmente impossibile, talmente complessa rassicurare l'Europa senza essere un secondo dopo sconfessato da Lega e 5Stelle da evocare una situazione da ultima spiaggia. Ma attenzione: un'«ultima spiaggia» per lui che automaticamente diventerebbe però «ultima spiaggia» anche per Salvini e Di Maio. Il che, salvo esiti preterintenzionali dell'ultim'ora, non può essere. Una crisi di governo al buio, nel bel mezzo di una procedura d'infrazione europea, con l'insostenibilità dei conti denunciata da Tria e Moavero, può esporre davvero l'Italia e la sua fragilissima economia a rischi capitali. Perciò il vertice previsto per oggi (ma fino a ieri sera nessuna convocazione né formale né informale era giunta a Salvini e Di Maio) ha un primo punto-cardine all'ordine del giorno: se il governo vuole davvero andare avanti. Se sì, il premier chiederà, su consiglio del Quirinale, di avere «mandato pieno» per gestire la linea dell'Italia nei confronti della Ue. Salvini e Di Maio, che non intendono farsi dettare l'agenda da Bruxelles, pensano invece ad accelerare sulla riduzione delle tasse come priorità assoluta che possa aggirare i richiami Ue.

Ma siccome ci saranno anche tanti altri temi da chiarire, in primis il rimpasto dei ministri, Conte ha già parlato di almeno altri «due o tre vertici». Se la situazione si fa via via più drammatica, in questa drammaticità è riposta la forza che il premier viene chiamato a dimostrare. Anatra talmente zoppa da dover, per forza di cose, diventare «laccata».

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