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Così Salvini e la Lega spopolano tra i cattolici conservatori

Matteo Salvini e la Lega stanno diventando gli interlocutori privilegiati dei cattolici conservatori, Un fenomeno che parte da lontano e che interessa pure le critiche rivolte a Papa Francesco per la sua posizione in materia d'accoglienza

Così Salvini e la Lega spopolano tra i cattolici conservatori

Matteo Salvini sta diventando il leader della destra cattolica conservatrice.

Così come successo a Donald Trump negli Stati Uniti per via delle politiche antiabortiste, il fronte tradizionalista italiano ha iniziato a guardare al ministro dell'Interno come a più di un semplice interlocutore. Dove "fronte tradizionalista" sta per quella parte di Chiesa cattolica intransigente in materia di dottrina e meno disponibile ad accettare in maniera passiva la litania sulla necessità di tenere aperti, sempre e comunque, porti e confini.

Sarà - dicono - perché le gerarchie ecclesiastiche italiane, leggasi Cei, si sono adagiate per anni adosso al Partito Democratico, sposando pure la causa dei diritti civili, sarà - insistono - perché la nostalgia per Joseph Ratzinger viene alimentata dall'atteggiamento odierno, considerato aperturista in più campi, ma oggi il vertice della Lega rappresenta per alcuni il maestro d'orchestra in grado di dirigere un controcanto reazionario.

E dentro questa storia vanno annoverate pure le critiche al pensiero del papa, tanto sulla gestione dei fenomeni migratori quanto su alcuni aspetti dottrinali, che finiscono con l'interessare la presunta avanzata dei "sovranisti ecclesiastici". Il Messaggero di oggi ha spiegato come la questione sia particolarmente sentita al Nord.

La "Chiesa del territorio" di quella zona d'Italia, quella che Salvini usa citare in contrapposizione alle alte sfere, è molto preoccupata dall'utilizzo indiscriminato, e dagli effetti conseguenti, del termine "accoglienza". Poi c'è il fattore Lorenzo Fontana, il ministro pro life che partecipa alla "messa tridentina" presso la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma. Un particolare che quotidiani e riviste di sinistra hanno raccontato più volte. Magari per provare il legame esistente tra il Carroccio e l'opposizione a Bergoglio.

Ma le due direttrici viaggiano su curve differenti: movimenti cattolici ascrivibili al mondo del salvinismo - segnaliamo - evidenziano come l'ex arcivescovo di Buenos Aires abbia fatto della battaglia contro la "colonizzazione ideologica" uno dei centri della sua pastorale. Non è la "confusione dottrinale" a spaventare quell'emisfero. Certo, c'è un gruppo di persone attente alle questioni vaticane che sono solite criticare Bergoglio ed elogiare al contempo l'inquilino del Viminale, ma rispetto alla querelle sui divorziati risposati, per dirne una, viene considerato più rilevante il fatto che il papa non sembri molto interessato al possibile venir meno della civiltà occidentale.

Dunque vengono citati il cardinal Burke, il cardinale Mueller, alcuni vescovi di periferia: questi - raccontano - sono i ponti che il Carroccio attraversa per la dialettica con piazza San Pietro. La dietrologia si presta, ma la sensazione è che le simpatie elettorali per la Lega e quelle provate nei confronti di alcuni porporati conservatori siano coincidenti per cause naturali. Fatto sta che la formazione guidata da Salvini è riuscita a raccogliere parecchio malcontento tra i fedeli che non hanno gradito l'inserimento di Emma Bonino tra i "grandi d'Italia". Per citare un caso.

L'opinione dei cattolici conservatori sulla costituzione di un nuovo Partito popolare, sulla scia di quello di don Sturzo, migrazionista e

favorevole all'Ue è conosciuta: per loro non serve. Anzi, finirebbe con svolgere la funzione di stampella progressista. Quella che tanti cattolici non digeriscono e che finisce per convincere gli stessi a votare Salvini.

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