"Così si distrugge un settore". Concessionari sulle barricate

L'ira di Anfia, Unrae e Federauto: zero informazioni, mancano i decreti. Vendite, oggi i dati. A gennaio fu -7%

"Così si distrugge un settore". Concessionari sulle barricate

Oggi è il giorno dell'ecotassa e dell'ecobonus. E il governo, a quasi due mesi dall'annuncio del sistema bonus-malus, non è ancora riuscito a far capire agli addetti ai lavori, concessionari e Case automobilistiche, come si devono comportare. Sono state emesse delle circolari (l'ultima, 10 cartelle, alle 20 di ieri sera con mittente l'Agenzia delle entrate) che hanno però aggiunto confusione a confusione.

Anfia (filiera italiana), Unrae (Case estere) e Federauto (concessionari), in una nota congiunta, hanno lamentato nuovamente la non disponibilità di informazioni chiare su come applicare il provvedimento. «Non tengono per niente conto - affermano dal settore - dell'attività di impresa di un concessionario». «Sul fronte bonus - si legge nel comunicato - manca ancora il decreto interministeriale di attuazione e non c'è traccia della piattaforma online per gli incentivi».

Intanto, il sottosegretario allo Sviluppo economico, il pentastellato Davide Crippa, ovvero il papà del provvedimento, recita la parte di Ponzio Pilato: «Le vendite di auto sono in calo a prescindere dal sistema bonus malus, anche perché non è nemmeno entrato in vigore». Un'affermazione che dimostra come una parte di questo governo non tenga in assoluta considerazione l'importanza del settore come volano dell'economia. Dopo il -7,6% di gennaio, oggi saranno diffusi i dati delle immatricolazione relative a febbraio. A fare testo saranno, però, i risultati dei prossimi mesi, soprattutto in relazione all'incertezza che regna tra i consumatori a causa dell'accanimento generale rispetto ai motori diesel. Uno spot televisivo di Volkswagen rende perfettamente l'idea di come la gente, soprattutto chi ha intenzione di cambiare la macchina, vive questo momento: «Cosa compro? un diesel, un benzina, un'elettrica, un'ibrida, una vettura a gas? Forse è meglio aspettare...».

In attesa del bilancio di una giornata che, nelle concessionarie, si preannuncia caotica («e io che ho ordinato la macchina un mese fa, e mi arriva solo in marzo, devo pagare l'ecotassa?», è solo uno delle domande più ricorrenti).

Anche per chi vende moto sono giorni di stress. In questo caso, però, il varo di incentivi è visto positivamente. «Auspichiamo un avvio dei bonus per le due ruote elettriche nei tempi prestabiliti, perché ritardi e incertezze rischiano di bloccare il mercato e di rendere meno efficace una misura che si annuncia positiva - interviene Andrea Dell'Orto, presidente di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) -; la copertura economica per le due ruote è prevista solo per il 2019: già due mesi sono passati, e visto l'approssimarsi della bella stagione, l'attesa sul mercato è molto alta per una misura che stimiamo possa generare un incremento di almeno il 50% dei veicoli elettrici che rientrano nei limiti imposti dagli incentivi».

E se in Piaggio si fregano le mani, visto che il 2019 coincide con il lancio della Vespa Elettrica, non è così per Fca, in questo momento priva di modelli elettrici e ibridi da poter vendere con lo sconto green (fino a 6mila euro a seconda delle emissioni di anidride carbonica).

A difesa di Fca si è schierato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: «Se si vara una legge sulle auto che penalizza 14 modelli di produzione italiana, non facciamo un'operazione positiva per il Paese; bisogna, invece, ragionare in positivo e non in negativo, in una logica premiante anziché in una logica penalizzante». Il riferimento è ai modelli del Lingotto colpiti dall'ecotassa, sovrapprezzo che da oggi si applica ai veicoli che superano una certa soglia di emissioni di CO2, e che raggiunge quota 2.500 euro ad automezzo.

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. Il presidente di Codacons, Carlo Rienzi: «Con l'ecotassa, di fatto, il governo, contrariamente alle promesse fatte, mette le mani in tasca agli italiani tassando l'acquisto di una auto nuova, e determinando una stangata a carico della categoria degli automobilisti, già vittime di tasse e accise insostenibili».

Quello che il mercato necessita con urgenzo è un intervento che liberi le strade italiane da 17,5 milioni di veicoli (su complessivi 37 milioni) con oltre 10 anni di anzianità.

La richiesta è di agevolare, attraverso la leva fiscale e il contributo del sistema creditizio, le famiglie che non hanno la possibilità, anche ricorrendo a un usato recente, di cambiare vettura, mandando in demolizione quella inquinante e insicura.

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