Ospitiamo un intervento dell'ambasciatore della Turchia in Italia che illustra punto su punto l'impegno di Ankara nell'accoglienza dei profughi siriani e nella lotta agli scafisti.
Gentile direttore Sallusti, ho letto con sorpresa e dispiacere le espressioni sulla Turchia usate da Gian Micalessin nel suo articolo sulla crisi migratoria pubblicato sul Giornale del 19 settembre. Ho voluto scrivere questa lettera per sottolineare che le accuse fatte citando direttamente il nome del nostro Presidente della Repubblica sono lontane dalla verità e per informarla degli sforzi che il mio Paese sta compiendo nei confronti dei rifugiati siriani dal 2011.
Dall'inizio della crisi in Siria, i 3/4 dell'intera popolazione del Paese, che ammonta a 12 milioni di persone, ha dovuto lasciare la propria casa. La Turchia ha adottato un approccio umanitario e una politica di «porte aperte», accogliendo sinora più di 2 milioni di siriani (oltre ai 200mila profughi di origine curda scampati a Kobane). Tutte le nostre istituzioni e organizzazioni, con il sostegno della società civile, sono state mobilitate anche oltre le proprie risorse per soddisfare le esigenze fondamentali di queste persone e al fine di poter assicurare loro uno stato di legalità nel Paese, il 22 ottobre 2014 è entrata in vigore la «Direttiva sulla Protezione Temporanea», che prevede assistenza sanitaria, istruzione, accesso al mercato del lavoro, assistenza sociale e servizi di interpretariato.
L'Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite Guterres, lo scorso febbraio, ha affermato che la Turchia è il «Paese che ospita la più grande comunità di rifugiati» e il terzo Paese che ha ricevuto il maggior numero di richieste d'asilo dopo Usa e la Germania (87.800). Finora la spesa per l'accoglienza dei siriani è stata di 8 miliardi di dollari, mentre il contributo della comunità internazionale e della Ue è stato complessivamente di 600 milioni. Le operazioni «Sicurezza nel Mediterraneo» e «Speranza nell'Egeo» (costo 5 milioni al mese) hanno salvato dalla morte in mare circa 55mila migranti irregolari, smantellando numerose reti di traffico di esseri umani. Così la percentuale di chi si rimette in viaggio per arrivare in Europa è piccola rispetto agli oltre 2 milioni di rifugiati ospitati oggi in Turchia. L'origine della tragedia migratoria è la crisi siriana in corso. Fin dall'inizio del processo abbiamo avvisato l'Europa che, con la permanenza del regime di Assad, il problema sarebbe esploso e la migrazione sarebbe stata inevitabile. Ci rammarichiamo di aver avuto ragione. Affermare che la Turchia, nonostante i suoi evidenti sforzi, incoraggi i profughi a dirigersi illegalmente verso l'Europa è il contrario di ciò che viene dichiarato dai leader Ue e significa anche non considerare le misure da noi adottate e l'eccellente collaborazione con le autorità europee e italiane.
Vorrei sottolineare infine che la nostra Ambasciata è sempre
pronta a condividere con il vostro Giornale informazioni più dettagliate su questo argomento, essendo trattato nel nostro Paese con estrema accuratezza per la dimensione umana che ha assunto.* Ambasciatore turco in Italia
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