«Le correnti sono come una squadra di calcio: serve un buon vivaio», dice Luca Palamara ad Alessandro Sallusti, nel libro Il Sistema. Spiega che per lottizzare le nuove toghe è fondamentale controllare l'esame di ingresso in magistratura. Per le raccomandazioni, che fin dall'inizio instradano i giovani verso una o l'altra corrente. Ieri al Csm c'è stata la conferma di questa lettura e il tentativo di arginare quella discrezionalità nell'organo di autogoverno che lascia ampio spazio alle manovre correntizie. Il plenum ha approvato, a maggioranza, la delibera per la selezione dei componenti della commissione di esame, stabilendo che saranno scelti con un sorteggio tra tutti i magistrati che faranno domanda, esclusi solo quelli «macchiati» da vicende negative. In sostanza, si amplia il bacino rispetto al sistema precedente in cui il sorteggio c'era, ma solo su una base selezionata per generici titoli dalla Terza commissione del Csm. Era un sorteggio «pilotato» che permetteva alle correnti di sistemare uomini fidati nei posti chiave. E questo spiega perché era così importante anche chi si piazzava nella Terza commissione, «un organo lottizzato dalle correnti, che a sua volta lottizza i commissari», secondo Palamara.
Ma quella che potrebbe essere una svolta epocale, non solo per l'esame ma anche per i riflessi sulla riforma stessa del Csm, arriva proprio da quella commissione. La proposta presentata al plenum dal relatore e presidente della Terza, Giovanni Zaccaro (Area) viene votata dal cartello di sinistra, da Autonomia e Indipendenza e dai laici di diverso colore, mentre si mettono di traverso Unità per la costituzione e Magistratura indipendente. Zaccaro però precisa che «la delibera - lungi dal legittimare il sorteggio come forma per selezionare candidati destinati a ruoli per i quali rilevano specifiche attitudini, come quelle direttive o semidirettive - è un gesto di fiducia verso tutti i magistrati».
In definitiva, l'ammissione che prima erano giustificate le ombre sull'esame ed una «excusatio non petita» che
conferma: il sorteggio, se serve a garantire trasparenza in questo caso, perché non dovrebbe valere in altri, come l'elezione dei membri del Csm? Quando alternative serie alla discrezionalità non ce ne sono, meglio la sorte.
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