Roma - È l'ora delle prove di forza, dei messaggi a distanza e delle ultime uscite tattiche, prima di mettere le carte in tavola, prendere in mano il filo del dialogo e ragionare seriamente sulle alleanze.
I nodi, per Silvio Berlusconi, si chiamano sempre Matteo Salvini e Raffaele Fitto. Il primo continua a muoversi in autonomia, con l'obiettivo di far lievitare la posta e incassarne la maggiore quantità possibile. Per questo oggi sarà in Toscana e lancerà la candidatura di Claudio Borghi, economista (e responsabile economico della Lega) ferocemente contrario all'Unione monetaria. Il segretario del Carroccio, però, fa sapere anche che un incontro con il presidente di Forza Italia è imminente. «Con Berlusconi ci siamo visti e ci vedremo a brevissimo: non c'è solo il Veneto, modello di buon governo invidiato in Europa, ma ci sono Liguria, Toscana, Umbria, Marche, terre rosse da troppo tempo», dice a Sky Tg24 , intervistato da Maria Latella. E anche dentro Forza Italia si lavora al faccia a faccia. Tattica per tattica, però, cresce la tentazione dello stato maggiore di Fi di tagliare il filo dell'infinita trattativa e presentare candidati propri - con la sola eccezione di Veneto e Campania - così da massimizzare il risultato e dare identità e riconoscibilità al partito, attraverso una sorta di operazione «orgoglio azzurro». Un messaggio risuona sul Mattinale , la nota interna del gruppo: «Se Salvini farà in modo di andar da solo in Veneto, si dovrebbe chiedere: che succede a quel punto in Lombardia? Squadra che funziona non si cambia, in Veneto, in Lombardia, dovunque. Ma, come dicevano i latini, che è una lingua romana non più ladrona: simul stabunt, simul cadent ».
Da Salvini a Raffaele Fitto lo stallo resta tale. Altero Matteoli - a cui giovedì è stato affidato il compito di tentare una ambasciata con l'europarlamentare pugliese, pronto a presentare sue liste in assenza di garanzie - ha avuto un colloquio con l'ex ministro. «Il mio obiettivo è quello di non dividerci al nostro interno, sarebbe un peccato mortale considerato il momento difficile del centrodestra» spiega il senatore. «A Fitto ho detto che c'è la mia disponibilità a farmi garante delle sue istanze. Lo stesso Berlusconi mi ha confermato che non c'è alcuna volontà di epurazione degli uomini di Fitto. Si può arrivare a una mediazione, basta tenere conto che esiste un partito e un coordinatore. Gli ho detto: posso aver torto, ma mettimi alla prova, anche perché sulle liste si inizierà a lavorare da lunedì. La risposta, almeno per il momento, non è stata troppo conciliante».
Passi in avanti, invece, si registrano in Campania con Nunzia De Girolamo, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa che lavorano per assicurare il sostegno di Area Popolare a Stefano Caldoro. Un puzzle che si dovrebbe completare con il passo indietro di Salvini e la rinuncia a presentare liste di disturbo in quella regione.
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