Dietrofront: via le mance dalla manovra

Dal golf allo sci: pressing in commissione e saltano 28 articoli «elettorali»

Dietrofront: via le mance dalla manovra

Roma - Dallo sci alpino al golf. Ma non di solo sport trattano i ventotto provvedimenti - tra articoli e commi - stralciati dalla manovra 2017 su segnalazione del presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia. Si tratta di norme a carattere localistico oppure «ordinamentali», cioè riguardanti regolamenti che non dovrebbero trovare posto in una legge che ha per oggetto le entrate e le uscite della macchina statale. Un tratto comune, però, è evidente: molte bocciature riguardano «mance» di natura elettoralistica inserite dal governo Renzi nella manovra. Ecco perché, al di là della temporanea espunzione, prima o poi queste «spesucce» riaffioreranno nel dibattito parlamentare sotto forma di emendamenti. Saranno scritte meglio, ma resusciteranno. «Se passassero norme di quel tipo, allora può entrarci anche un regolamento condominale», s'è lamentato Boccia, confermando però che quegli stanziamenti resteranno invariati.

In particolare, ieri sono saltati i 97 milioni per l'organizzazione della Ryder Cup 2022 di golf a Guidonia, in provincia di Roma, e i 20 milioni annui per il Campionato mondiale di sci alpino a Cortina nel 2021. Eliminati per ora anche i contributi di 15 milioni per il 2017 e di 20 milioni per il 2018 per la realizzazione di un centro dati nell'area della Manifattura Tabacchi di Bologna. Nemmeno il Comune di Lecce avrà soddisfazione: la legge di Bilancio prevedeva l'assegnazione di 8,5 milioni l'anno prossimo in esecuzione di una sentenza del Consiglio di Stato del 2015 che imponeva un «risarcimento» per la sottostima della compartecipazione al gettito Imu. Sul fronte organizzativo sono state eliminate per adesso le norme che sbloccavano le assunzioni all'Anas e soprattutto l'allungamento dei tempi per la restituzione del prestito ponte da 300 milioni concesso all'Ilva. Stralciata, infine, la norma che dilazionava i versamenti delle banche al Fondo di risoluzione per il salvataggio dei quattro istituti risolti l'anno scorso tra cui anche la «boschiana» Banca Etruria. Un'agevolazione che avrebbe consentito di evitare ulteriori impatti disastrosi sui bilanci considerato che dalla vendita, ulteriormente posticipata, non si recupereranno i 3,7 miliardi già spesi.

Ieri, intanto, la Camera ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità sul dl fiscale collegato alla manovra con 281 no e 165 no. Sono proseguite pure le audizioni relative al provvedimento. In particolare, il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi ha espresso «ferma e forte contrarietà all'introduzione dello spesometro trimestrale: un obbligo del genere non è previsto in nessun Paese ad economia avanzata». Un adempimento che aumenterebbe i costi e che contraddice lo spirito di semplificazione burocratica tanto sbandierato da Matteo Renzi. E sulla burocrazia ha manifestato perplessità anche il procuratore di Milano, Francesco Greco. A dispetto delle previsioni, il pm non ha criticato la voluntary disclosure sul contante, già prevista nella vecchia edizione del provvedimento, ma ha ricordato «come su 60 miliardi oggetto di disclosure, ne siano rientrati solo 17». Secondo Greco, «i problemi sono due: l'eccesso di burocratizzazione e il bail-in». Difficilmente chi ha portato danaro all'estero lo riporterebbe in Italia sapendo che caso di fallimento dell'istituto sarebbe costretto a una perdita.

L'ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, ha chiesto invece di garantire la continuità della riscossione in vista della fusione con le Entrate e di fornire maggiori certezze ai contribuenti che hanno già rateizzato il debito e che volessero aderire alla «rottamazione» delle cartelle.

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