Treviglio, si dimette il sindaco-prof: "Non ho mai preso la laurea"

La rivelazione sulla bacheca del suo profilo Facebook: "Ho uno scheletro nell'armadio"

Treviglio, si dimette il sindaco-prof: "Non ho mai preso la laurea"

Rivelazione a sorpresa di Beppe Pezzoni, sindaco di centrodestra di Treviglio, in provincia di Bergamo, e candidato ufficiale anche alle elezioni del prossimo anno (con l'esclusione di Forza Italia).

Professore di italiano e lettere e dirigente scolastico alle superiori dei Salesiani, incalzato da un'inchiesta dell'edizione bergamasca del Corriere della sera ha ammesso oggi pubblicamente su Facebook di non essersi mai laureato.

"Ho uno scheletro nell'armadio. Nel 2001, dopo un anno di riposo dovuto al sovraccarico di lavoro, ho raccontato una balla: ho dichiarato alla scuola di aver discusso la tesi di laurea quando così non è stato. La tesi è rimasta nel computer, così come il titolo di dottore. Ma ho fatto il prof con tutta la passione che già avevo iniziato a metterci quando mi chiesero di fare una supplenza e poi quando mi è stata data una possibilità di proseguire

La confessione prosegue: "Mi ci sono trovato dentro e bene, perchè quella in cui sono stato è per me molto più di una scuola. Oggi però non sono più nelle condizioni di continuare credo sia necessario riconoscere un errore trascinato nel tempo e garantire alla scuola ogni azione perchè possa avere un prof ed un coordinatore delle attività didattiche degno di questo nome e di questo titolo

Alla fine del suo sfogo su Facebook, il sindaco del comune bergamosco annuncia le sue dimissioni da professore, scusandosi con chi gli è stato accanto in tutti questi anni: "Mi restano i ricordi dei tanti momenti passati, del cammino percorso con tante persone e dell'impegno che ci ho sempre messo, lì come in tutti i ruoli che ho ricoperto in questi anni.

A tutti coloro che con me, nelle situazioni più diverse, hanno condiviso parte del cammino, vanno le mie scuse. Ma non posso permettere e permettermi di andare avanti così. Grazie a tutti e, di nuovo, scusatemi".

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