Giuseppe Conte imita Ponzio Pilato. Sulla manovra, il presidente del consiglio se ne lava le mani e passa la palla al Parlamento: «Stiamo affinando gli ultimi dettagli, ci lavoreremo in questi giorni, confidiamo di chiudere tutto presto e così mandarla al Parlamento e lasciare al Parlamento tanto più agio per poterla esaminare e dare un contributo», dice ai cronisti a margine di «Vitae, la guida vini 2020». Poche certezze e tante promesse. Come se Conte fosse arrivato da poche settimane a Palazzo Chigi.
Il capo del governo cerca un alibi: «Avevamo un macigno grossissimo sul tavolo, dovevamo mettere 23 miliardi per sterilizzare l'Iva e non artificio contabile». Dimenticando che il macigno l'ha creato lui nel precedente governo. È un Conte da campagna elettorale, che salta dall'assemblea nazionale della Cna ad Ancona al Circo Massimo per il mercato della Coldiretti. Passando per la Nuvola di Fuksas a Roma per la presentazione della guida vini dell'associazione italiana sommelier. E chiudendo il tour in Campidoglio con il sindaco Virginia Raggi per la Giornata Nazionale del Folklore dove annuncia norme per contrastare il linguaggio dell'odio a tutti i livelli.
Il premier respinge le accuse delle opposizioni sui nuovi balzelli ma conferma che la manovra punterà a far cassa: «Il governo approverà un piano anti-evasione garbato ma chiaro e deciso e senza criminalizzare nessuna categoria. Faremo di più l'anno prossimo e confidiamo che, incrementando le risorse, potremmo metterle a disposizione anche delle imprese. L'avvocato del popolo promette meno burocrazia. Senza dare tempi e certezze: «L'Italia può crescere solo se ridurremo la burocrazia, che toglie sonno a imprenditori e al presidente del Consiglio. Vogliamo tirare fuori dalle leggi delega 15-18 decreti legislativi delegati che ridurranno la burocrazia e riassumeranno l'attuale regolamentazione farraginosa in 15-18 codici di settore per settori d'affinità: semplici, chiari, offerti a voi imprenditori e a tutti i cittadini».
L'unica proposta concreta che il premier offre alla platea all'assemblea nazionale della Cna è la conferma della flat tax per i redditi inferiori ai 65mila euro: «Ci impegniamo a conservare, nell'ambito della soglia
dei 65mila euro, il regime attuale e a non aggravare la posizione di coloro che si trovano in questo range di attività e fatturato». Insomma, Conte può vantarsi solo di selfie e strette di mano. Meno del governo che guida.
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