Non c'è stato in Islanda l'atteso boom elettorale del cosiddetto partito dei Pirati. La lista guidata da Birgitta Jonsdòttir, fautrice di riforme radicali e di una lotta dura alla corruzione, hanno ottenuto appena il 14,8% dei voti, piazzandosi al terzo posto dietro ai conservatori del Partito dell'Indipendenza (29,1) e ai Verdi (15,8). Il candidato a formare il nuovo governo sembra essere il leader del partito dell'Indipendenza Bjarni Benediktsson, ex ministro delle Finanze, a cui però il presidente della Repubblica Gudni Johannesson non ha ancora dato l'incarico. Ci sono molte incognite sulla possibile compagine di governo.
Il partito di Benediktsson può contare su 21 seggi in Parlamento ma ha bisogno di almeno altri 11 per avere la maggioranza. Otto potrebbero arrivare dai Progressisti (che sono però centristi) dell'ex premier Sigmundur Davio Gunnlaugsson. L'ago della bilancia potrebbero coì essere i sette deputati del Partito della Rigenerazione.
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