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E gli Usa evacuano tutti i loro diplomatici

Nuovi casi in Australia e Giappone. Annullata la maratona di Hong Kong

E gli Usa evacuano tutti i loro diplomatici

La città è isolata. Non partono treni, aerei, bus, non circolano le auto. Ma questa mattina un volo charter americano atterrerà all'aeroporto di Wuhan per evacuare i cittadini Usa e i diplomatici rimasti bloccati dal diffondersi dell'epidemia.

Secondo il Wall Street Journal il governo statunitense avrebbe ottenuto l'ok del ministero degli Esteri di Pechino e di altre agenzie governative cinesi per andare a prelevare i circa mille americani che lavorano nell'epicentro dell'epidemia e che hanno espresso al consolato il desiderio di tornare in patria. L'aereo ha 230 posti a disposizione e a bordo dovrebbero salire i diplomatici statunitensi con le loro famiglie. Alcuni posti potrebbero essere offerti anche ad alcuni colleghi delle ambasciate straniere. A bordo del Boeing 767 ci sarà anche del personale medico per intercettare eventuali contagiati. E non è escluso che nei prossimi giorni altri governi possano decidere l'evacuazione del proprio personale. Secondo il giornale Usa, infatti, anche altri Paesi starebbero negoziando con le autorità cinesi un'analoga operazione a favore dei propri connazionali.

Il virus, intanto, continua a diffondersi rapidamente anche fuori dai confini cinesi. Ha raggiunto l'Australia, dove sono stati confermati quattro casi, tutti uomini tornati a gennaio nel Paese dei canguri da Wuhan. Tre persone sono risultate positive al test in Malaysia. Si tratta dei parenti di un padre e un figlio di Wuhan a cui era stato diagnosticato il virus a Singapore. In Giappone invece si conta il terzo caso, quello di una turista cinese di 30 anni che era arrivata nella città cinese il 18 gennaio e aveva cominciato ad avere tosse e febbre due giorni dopo. Negli Usa il primo caso è stato confermato il 21 gennaio a Seattle, mentre si sospetta il contagio di uno studente in Texas. Due cinesi infettati si sono registrati in Vietnam e un'infermiera indiana che lavora in un ospedale in Arabia Saudita è risultata positiva ai test. L'Italia per il momento è indenne, ma in Europa sono arrivate le prime infezioni. Per il momento tre casi sono stati segnalati in Francia, due a Parigi, dove due persone di una stessa famiglia sono ricoverate in isolamento, e uno a Bordeaux. In Gran Bretagna, invece, sono stati effettuati i test su 31 casi sospetti ma sono risultati tutti negativi. Le autorità europee si aspettano altri casi, ma fanno sapere di essere pronti ad affrontare l'emergenza. «I Paesi europei hanno le capacità necessarie per prevenire e controllare un focolaio non appena vengono rilevati casi», rassicura il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). «I primi casi confermati di nuovo coronavirus in Europa - rileva l'Ecdc - non sono inattesi, visti gli sviluppi degli ultimi giorni con diverse infezioni che sono state registrate al di fuori della Cina.

Il fatto che siano stati identificati dimostra che il sistema di rilevamento e conferma di questo nuovo virus sta funzionando, mostrando un alto livello di preparazione per prevenire e controllare possibili infezioni».

Per sicurezza a Hong Kong è stata annullata la maratona.

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