Roma - Un percorso a ostacoli per arrivare al voto anticipato in autunno o un rimpasto nel governo Conte: le due strade per superare la crisi politica aperta dalla Lega impongono un timing serrato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non esclude l'opzione di accogliere le richieste della Lega di parlamentarizzare la crisi, spedendo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (che non gode più dell'appoggio politico di una delle due forze di maggioranza) alle Camere per verificare se abbia i numeri per continuare. E il rientro di Conte (senza dimissioni) a Palazzo Chigi, dopo il colloquio di ieri con Mattarella, è un segnale che conferma questo scenario. Però con tutte le incognite e le difficoltà di un sentiero stretto, che va percorso entro fine agosto.
Il Parlamento è chiuso per la pausa estiva. Lunedì 12 agosto potrebbe esserci l'apertura ufficiale della crisi, con Conte che rimette il mandato nelle mani del Capo dello Stato. A quel punto, Mattarella potrebbe decidere di mandare il premier alle Camere, chiedendo ai presidenti di Camera, Roberto Fico, e Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, di riaprire l'Aula tra mercoledì 14 o venerdì 16. Conte si presenta al Parlamento per chiedere un nuovo voto di fiducia al suo governo: in caso di via libera, la partita è chiusa. In caso di sfiducia, la palla ritorna al Quirinale. Con un esecutivo sfiduciato, Mattarella avvia le consultazioni che, accelerando i tempi, dovrebbero chiudersi entro tre giorni. Arrivando al 19 agosto. Passo successivo: la scelta del Colle di affidare un mandato esplorativo. Una mossa che porterebbe via un paio di giorni. Esauriti tutti i passaggi, il capo dello Stato sarebbe costretto a sciogliere le Camere tra il 21 e 22 agosto. Ma tutto potrebbe slittare di altre due settimane,
La legge prevede che devono trascorrere dai 45 ai 70 giorni dallo scioglimento delle Camere per fissare la data del voto. In realtà, però, servono almeno 60 giorni prima di tornare alle urne, così che anche gli italiani all'estero possano votare. Quindi le prime due date utili sono 20 e 27 ottobre. La road map quirinalizia deve tener conto di due passaggi fondamentali: il 27 agosto c'è la scelta del commissario italiano Ue, con un governo sfiduciato sarebbe uno smacco per l'Italia, e il 9 settembre è in agenda l'ultimo passaggio parlamentare per il taglio di deputati e senatori. Riforma che salterebbe con lo scioglimento anticipate delle Camere. Ma il voto in autunno rischia di spedire l'Italia in esercizio provvisorio: a settembre, il governo dovrà presentare la Nota di aggiornamento del Def, mentre entro il 15 ottobre andrebbe presentata alla Commissione Ue il Documento di Bilancio. L'Ue, però, può concedere una dilazione, giustificata appunto dalla crisi di governo. Sullo sfondo c'è il secondo scenario, che stando alle dichiarazioni dei partiti di maggioranza non appare molto plausibile: il superamento della crisi con un rimpasto di governo. Conte rimodula la squadra dei ministri e si presenta alle Camere per ottenere una nuova fiducia. Nel mirino del leader della Lega ci sono Danilo Toninelli (Infrastrutture), Elisabetta Trenta (Difesa) Giovanni Tria (Economia) e Sergio Costa (Ambiente). La trattativa si potrebbe chiudere con un doppio cambio: via Toninelli e Costa.
Anche perché Tria è il nome su cui è nato il governo Conte. E una sostituzione esporrebbe l'Italia alle impennate dello spread. Sul cambio della Trenta, il capo dello Stato non avrebbe alcuna intenzione di appaltare alla Lega sia il ministero dell'Interno che della Difesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.