Economisti da rottamare

I tecnici come Padoan hanno sbagliato tutte le previsioni. Ma Renzi non è riuscito a sloggiarli

A un certo punto negli Stati Uniti fu varata una legge che obbligava ad installare i cosiddetti airbag in tutte le auto. Solo una pattuglia di libertari, un po' pazzi, si dissociò. Uno di loro ebbe l'intuizione definitiva: se proprio non volete incidenti montate sui volanti delle auto, al posto dell'airbag, un coltellino che si conficchi nel petto in caso di urto. Tutti saranno portati a una guida iper prudenziale. Si tratta di un paradosso, ma anche di una provocazione: gli incentivi individuali contano più delle norme.

Sono le idee anticonvenzionali (come quelle di Keynes o Friedman per i loro contemporanei) a generare le svolte. Non il tran tran degli economisti burocrati. Insomma è necessario rottamare il pensiero condiviso degli economisti. Occorre una nuova generazione, nuove intuizioni, ricette clamorose. Nulla di personale. Ma gli ultimi economisti al governo ci hanno raccontato ciò che già sapevamo e che già non aveva funzionato. L'economia italiana muore per tanti motivi e per un solo grande colpevole: l'ingombrante presenza dello Stato. O almeno non abbiamo la prova contraria: e cioè non sappiamo come andrebbe se ci fossero meno leggi, meno regole e meno tasse. Insomma, fatecelo provare.

Abbiamo bisogno di una grande rottamazione culturale delle scuole economiche e burocratiche che si sono affermate in Italia e in Europa. Matteo Renzi ha dimostrato come sia possibile, in pochi mesi, rivoluzionare un partito strutturato e i linguaggi felpati della politica. Ma non è riuscito a fare altrettanto in campo economico. Siamo ancora là con i decimali del Documento di economia e finanza, con le manovre fiscali spot e i decreti di urgenza. Per la verità ha rotto il barboso e inutile tabù della concertazione. Ma non basta. Non ha fatto un centesimo, in economia, di quanto ha realizzato nel suo partito. Pensate un po': è riuscito a portare Silvio Berlusconi al Nazareno, ma non un suo uomo al ministero dell'Economia.

Occorre più fantasia, più coraggio. Berlusconi nel 1994 lo ebbe. Portò al governo una pattuglia di economisti fuori dagli schemi. Importò il principio: meno tasse, più gettito, più crescita. Non lo realizzò. Ma allora era una novità, oggi una frasetta sdrucita da talk show. Ecco.

Non si tratta (per il paese e incidentalmente per il centrodestra) di ritornare al 1994. L'economia mondiale è cambiata. Si tratta di trovare il coraggio di mettere un bambino senza pregiudizi alla corte dell'economia che dica: il re è nudo.

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