Emiliano dai pm su Consip consegna babbo Renzi e Lotti

Il governatore è testimone: acquisiti gli sms col ministro e col padre dell'ex premier, suo rivale alle primarie dem

Emiliano dai pm su Consip consegna babbo Renzi  e Lotti

Un'oretta scarsa passata in procura a Roma con il pm Mario Palazzi per poi filare in via Barberini a inaugurare il suo comitato nazionale e chiudere la doppietta di giornata contro Matteo Renzi.

Michele Emiliano piazza un colpo dopo l'altro per rendere fruttuosa la trasferta nella Capitale. Prima, da teste, ha consegnato agli atti dell'indagine su Consip gli sms ricevuti da Luca Lotti a ottobre del 2014, messaggi che proverebbero in modo piuttosto palese la «sponsorizzazione» fatta dall'allora sottosegretario nei confronti di Carlo Russo, l'imprenditore di Scandicci amico di Tiziano Renzi, oltre a concedere copia anche dei messaggi scambiati direttamente col papà del segretario Pd (che voleva incontrarlo ma rimase - giura Emiliano - all'asciutto per meri motivi logistici). Poi rilanciando la sfida per la segreteria del Pd contro l'ex premier, con il varo di «Fronte democratico» e il battesimo del quartier generale della battaglia per le primarie, appuntamento nel quale il governatore pugliese vorrebbe rottamare il rottamatore.

Certo, al momento i sondaggi danno Renzi in grande vantaggio sia sul suo ex ministro alla Giustizia, Andrea Orlando, che su Emiliano, fermo a percentuali minime (e davanti a Orlando solo in un sondaggio) e che, ora come ora, sembra potersela giocare solo nella sua Puglia. Ma la grana giudiziaria di babbo Renzi è di certo una variabile in più i cui sviluppi potrebbero sparigliare le carte anche nella partita politica per la leadership del Pd, e rimettere tutto e tutti in ballo.

Di certo il faccia a faccia di ieri tra le toghe romane e l'ex collega passato alla politica aggiunge un po' di benzina al fascicolo d'indagine sull'inchiesta Consip sugli appalti dell'imprenditore Alfredo Romeo, nata a Napoli e finita a Roma per la parte che vede indagati Lotti, il comandante dell'Arma Tullio Del Sette e il comandante della legione Toscana Emanuele Saltalamacchia, tutti accusati di rivelazione di segreto e favoreggiamento.

I messaggi passati dal Governatore alla procura sono sms che Emiliano aveva scambiato con lo stesso Lotti dopo che Carlo Russo l'aveva contattato chiedendogli un incontro. E alla richiesta del governatore («Lo devo incontrare o lo devo evitare?»), l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva replicato: «Ha un buon giro e è inserito nel mondo della farmaceutica. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo». Ed è solo in base a quella «raccomandazione» che Emiliano, come ha confermato lui stesso ieri a verbale in procura, accettò di incontrare l'imprenditore, adesso indagato - insieme a Renzi Sr. - per traffico di influenze. E anche con Tiziano Renzi Emiliano ha scambiato messaggi, finiti ora agli atti, cercando di organizzare un incontro - chiesto dal babbo - per il quale però non si trovò l'occasione.

Lasciato in procura il pacco-bomba per Matteo, Emiliano in serata, ospite di Porta a Porta, ha derubricato il suo ruolo nella vicenda a semplice «leale collaborazione» con gli ex colleghi. Dribblando la domanda di Bruno Vespa sulla consistenza del materiale consegnato ai pm. «Ho solo sul telefono questa roba che andava consegnata. Ciò è avvenuto.

Non è stato molto interessante», ha detto Emiliano. «Farei un errore gravissimo se mi mettessi a fare il lavoro dei magistrati», ha aggiunto, riservando un siluro finale anche per la Consip, organismo da chiudere «perché favorisce le grandi aziende con un oligopolio».

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