Emiliano spiazza i compagni "La Procura deve scusarsi"

Il segretario del Pd pugliese fuori dal coro della sinistra

Emiliano spiazza i compagni "La Procura deve scusarsi"

Il giorno dopo la sentenza della Cassazione non è il coro di critiche contro l'uso corrivo degli strumenti giudiziari a guadagnare i titoli dei giornali ma la posizione assunta da un «fiero» avversario del Cavaliere. A parlare fuori dal suo coro (politicamente parlando) è Michele Emiliano, segretario del Pd pugliese e candidato alla poltrona di governatore della stessa Regione. «Una procura che riceve una assoluzione del genere - spiega l'ex magistrato ed ex sindaco di Bari - dovrebbe in maniera istituzionale prenderne atto e scusarsi». E all'avversario politico Emiliano offre poi la possibilità di tornare a essere determinante nell'agone parlamentare: «Un uomo che in questo modo ha subìto un notevole danno di immagine avrà evidentemente qualcosa da dire sulla giustizia e sul suo modo di funzionare».

Dagli avversari agli alleati, da Emiliano a Salvini, il senso dei commenti e delle reazioni non cambia. Con il suo solito pragmatismo il segretario della Lega Nord già pensa a un'interrogazione parlamentare sui costi del processo «per capire quanto è costata questa tragicommedia». «Quattro anni di indagini sul nulla - spiega Salvini - costati milioni di euro pubblici». Ai tanti esponenti di Forza Italia che ieri hanno commentato la notizia, però, non sfugge il peso politico di questi quattro anni di indagini e umiliazioni. Di «democrazia falsata» parla Maurizio Gasparri mentre Francesco Nitto Palma torna indietro con la memoria e nota il parallelismo tra l'avviso di garanzia che nel '94 costrinse Berlusconi alle dimissioni e l'azione penale del caso Ruby che nel 2011 stravolse il panorama politico. Due casi giudiziari e mediatici finiti in due bolle di sapone. Gli fa eco Ignazio La Russa (Fratelli d'Italia) che amaramente commenta: «Senza questo processo sarebbe stata un'Italia diversa». A più di ventiquattr'ore di distanza i toni dei forzisti restano accesi. Stefania Prestigiacomo parla senza mezzi termini di «farsa costruita ad hoc dalla Procura di Milano». Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, rincara la dose: «Questo processo ha sputtanato Berlusconi e l'Italia». E in tanti si chiedono come verrà risarcito il Cavaliere. «Chi lo ripagherà - lamenta Luca D'Alessandro - dalla denigrazione e dal massacro mediatico di questi anni?». «La signora Bocassini e la Procura di Milano - aggiunge Daniela Santanché - chiedano scusa al Paese per il tentativo, davvero subdolo di aver dato vita a un processo basato sul nulla, se non sul loro fanatismo».

La sentenza, però, potrebbe dare un nuovo impulso al dialogo tra i partiti e a rasserenare il clima politico. Ne è convinto, a esempio, Giampiero D'Elia (Udc). Con un Cavaliere «rilegittimato», aggiunge poi Stefano Dambruoso (Sc), il futuro di questo Paese «è senz'altro migliore».

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