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Erdogan minaccia l'Ue: "no fly zone" in Siria o vi inondo di profughi

Ankara vuole coinvolgere la Nato in una manovra ostile alla Russia. E l'Alleanza si schiera nell'Egeo...

Erdogan minaccia l'Ue: "no fly zone" in Siria o vi inondo di profughi

Il primo mistero è chiarito. L'Unione Europea, quando ha promesso tre miliardi di euro alla Turchia in cambio del suo impegno a fermare i profughi, s'è piegata ad un ricatto. Un ricatto esercitato da Recep Tayyip Erdogan in persona. Ad ammetterlo è lo stesso presidente turco ricordando l'incontro con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e con quello del Consiglio Europeo Donald Tusk, in cui minacciò di sbarazzarsi di due milioni e mezzo di rifugiati siriani sospingendoli verso l'Unione. «In passato abbiamo fermato la gente alle porte dell'Europa e abbiamo bloccato i loro bus a Edirne (tra Grecia e Bulgaria, ndr).

Questo è successo un paio di volte, la prossima apriremo i cancelli e augureremo buon viaggio... questo è quanto ho detto loro», rivendica Erdogan rievocando con un gruppo di «giovani imprenditori» l'incontro dello scorso novembre. L'ammissione del ricatto è l'occasione per rimetterlo sul tavolo. Non pago di averci estorto, con l'avallo della Cancelliera Angela Merkel, tre miliardi, Erdogan punta ora ad ottenere dalla Nato un no fly zone sul territorio siriano per bloccare i bombardamenti russi e l'avanzata dell'esercito di Damasco. Una no fly zone garantita dall'Alleanza Atlantica che gli permetterebbe, con la scusa di garantire la sicurezza dei profughi, di far entrare le proprie truppe sui territori siriani. E così i territori, sottratti a Damasco con l'ausilio della Nato, si trasformerebbero in un grande campo profughi e nell'ultima roccaforte di quei gruppi jihadisti vicini oggi alla definitiva disfatta.Il piano non è, in verità, originale. Fin dal 2012 Erdogan chiede a Nato e Usa la creazione di «corridoi umanitari» in territorio siriano dove dar vita ad un'amministrazione ribelle. La novità è la veemenza con cui la pretende per salvare i suoi protetti. «Non abbiamo la parola idioti scritta in fronte, aerei e autobus non sono qui per niente, faremo quanto sarà necessario», strepita Erdogan facendo intendere di esser pronto a spedire in Europa due milioni e mezzo di profughi.

Accertato il mistero dell'estorsione ai nostri danni se ne apre un altro. Un mistero in cui il protagonista diventa un'Alleanza Atlantica pronta a schierare tre navi del Secondo Gruppo di stanza a Cipro nel mar Egeo per vigilare sulla tratta di umani tra Grecia e Turchia. «Non si tratta di fermare o respingere le barche dei rifugiati - spiega il segretario generale Jens Stoltenberg - la Nato contribuirà alla raccolta di informazioni e alla sorveglianza per combattere il traffico di umani e le reti criminali coinvolte». Il primo lato oscuro della missione è l'origine attribuita ad una richiesta comune di Grecia e Turchia. Se Erdogan minaccia di scaricarci addosso una marea di rifugiati perché mai richiedere l'intervento di una Nato pronta, secondo i suoi funzionari, a riportare in Turchia i migranti salvati da eventuali naufragi? La missione, assolutamente anomala rispetto ai mandati Nato, rappresenterebbe, secondo alcuni, il primo pretesto dell'Alleanza per mettere un piede nella questione siriana ed esaudire le pretese turche.

Un altro punto oscuro è il ruolo di una Germania che dopo aver appoggiato la nuova missione ne assume anche la guida mettendo a disposizione una nave ammiraglia. Un entusiasmo sospetto viste le ambiguità di una Merkel disponibilissima con il ricattatore Erdogan e durissima con una Grecia accusata, nonostante le disperate condizioni economiche, di non far abbastanza per fermare i 70mila rifugiati arrivati nei soli primi 40 giorni di quest'anno. Ma a fronte di due punti oscuri ce n'è un terzo chiarissimo.

In cambio di quelle tre navi nell'Egeo, fa capire il segretario alla Difesa statunitense Ashton Carter, l'Europa dovrà contribuire ai nuovi budget destinati al contenimento del «nemico» russo per i quali Washington ha già stanziato tre miliardi di euro.

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