Politica

Ergastolo al ricercatore inglese: «È una spia» Londra attacca gli Emirati: «Riaprire il caso»

Sullo sfondo ci sono i contrasti tra i Paesi per la vendita di armi da guerra

Roberto Fabbri

«Siamo profondamente delusi e preoccupati, e continueremo a fare pressione su questa questione al livello più alto sugli Emirati Arabi». È stata questa la reazione della premier britannica Theresa May alla notizia della condanna all'ergastolo da parte di un tribunale di Abu Dhabi di uno studente inglese con la grave accusa di spionaggio per un Paese straniero. Una notizia che rischia di causare una grave frattura nei rapporti tra Londra e la ricchissima federazione di sette emirati del Golfo, uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio e gas naturale.

Matthew Hedges, 31 anni, ha ricevuto il drammatico verdetto dopo un'udienza finale che è durata meno di cinque minuti, e alla quale l'avvocato della difesa non era presente. Si trattava della terza udienza da quando Hedges era stato arrestato, lo scorso 5 maggio, all'aeroporto di Dubai. Dopo di allora, il giovane britannico era rimasto detenuto in una località sconosciuta e con scarse possibilità di contattare il consolato del suo Paese, fino al 29 ottobre quando era stato rimesso in libertà provvisoria. Un breve periodo che Hedges ha vissuto costantemente monitorato, con tanto di braccialetto elettronico.

Ci sono inquietanti somiglianze tra questo caso e quello di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano brutalmente ucciso in circostanze mai completamente chiarite in Egitto nel 2016. Anche Matthew Hedges, infatti, svolge un dottorato presso un'università inglese - quella di Durham, mentre Regeni era partito per il Cairo su incarico di quella di Cambridge - e si era recato negli Emirati per svolgere delle interviste sulla politica estera del Paese e sulle sue strategie nel campo della sicurezza interna dopo le rivolte della «Primavera araba» del 2011.

Secondo il procuratore emiratino, Hedges - che ha sempre respinto le accuse - si serviva del suo status di ricercatore universitario come copertura, mentre in realtà vi sarebbero prove che era una spia le cui attività «mettono in pericolo la sicurezza militare, politica ed economica dello Stato».

Il ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha sottolineato che il durissimo verdetto contro lo studente britannico «va contro le assicurazioni ricevute» in occasione della sua visita ad Abu Dhabi dello scorso 12 novembre e ha esplicitamente invitato gli Emirati a riconsiderare il caso: «Non è questo il verdetto che ci aspettavamo da un partner amico e nel quale il Regno Unito ha fiducia». Ora Hunt minaccia ripercussioni nelle relazioni con gli Emirati, ma la moglie di Hedges critica il modo in cui il caso di suo marito è stato seguito dal Foreign Office.

Caso che viene a verificarsi in un momento poco felice per i rapporti tra i due Paesi: gli Emirati sono infatti schierati con l'Arabia Saudita nella guerra dello Yemen, e Londra è una loro fornitrice di armi ma sta valutando di interrompere le vendite.

Commenti