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"Esecuzioni di massa in forni crematori"

Gli Usa: Assad ha impiccato e incenerito migliaia di detenuti in un carcere di Damasco

"Esecuzioni di massa in forni crematori"

New York - Sembra non avere fine la galleria degli orrori della guerra in Siria: secondo l'amministrazione Trump il governo di Bashar al Assad ha condotto esecuzioni di massa dei prigionieri bruciando i loro corpi in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove. Per il Dipartimento di Stato Usa ogni giorno sono stati impiccati circa 50 detenuti nel carcere militare di Saydnaya, a 45 minuti dalla capitale, e i loro corpi sono poi stati bruciati.

Assad «è sprofondato in un nuovo livello di depravazione» con il sostegno di Russia e Iran, ha tuonato l'inviato americano in Medio Oriente, Stuart Jones, presentando le foto satellitari declassificate dell'edificio della prigione militare, scattate a partire dal 2013. «La creazione del crematorio rappresenta uno sforzo per coprire il numero di omicidi di massa che avvengono nella prigione di Saydnaya», ha aggiunto, invitando Mosca e Teheran a usare la loro influenza per raggiungere un cessate il fuoco stabile e avviare colloqui politici. Le accuse degli Usa fanno seguito a un rapporto di Amnesty International del febbraio scorso nel quale si afferma che nella stessa prigione, definita dagli ex detenuti un «mattatoio», sono stati impiccati non meno di 13mila prigionieri in soli cinque anni, dall'inizio della rivolta del 2011 al 2015. Il dossier è basato su interviste a 31 ex carcerati e a oltre 50 funzionari, e sostiene che le esecuzioni sono state autorizzate tra gli altri da stretti collaboratori del presidente Assad: affermazioni smentite da Damasco.

Intanto una nuova provocazione agli Stati Uniti arriva dalla Nord Corea: il missile testato domenica da Pyongyang secondo l'agenzia Kcna è un vettore di medio-lungo raggio capace di montare «una testata nucleare grande e pesante», in grado di colpire il territorio Usa. Per questo, il monito all'America è di non sottovalutare il suo potenziale. Il giovane leader Kim Jong-un, che ha supervisionato il lancio, ha affermato che il successo del vettore Hwasong-12 «dimostra l'alto livello di difesa scientifica e tecnologica» del Paese. Gli analisti ritengono che ora il regime sarebbe in grado di colpire una base militare americana nel Pacifico. Secondo gli esperti di «38 North», istituto di studi della John Hopkins University, infatti, se il missile fosse stato sparato con una diversa traiettoria avrebbe potuto raggiungere la US Andersen Air Force Base a Guam, che si trova a circa 3.500 km sud-est dalla Nord Corea.

L'amministrazione Trump per ora ha reagito con cautela, anche se si

prepara a chiedere un «forte indurimento» delle sanzioni all'Onu, dove oggi è in programma una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza richiesta proprio dagli Stati Uniti, insieme al Giappone e alla Corea del Sud.

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