Sarebbe sufficiente confrontare gli atti degli incidenti probatori di 12 anni fa nel processo ai «Diavoli della Bassa» con l'ordinanza di custodia cautelare del gip nell'attuale inchiesta «Angeli e demoni» di Reggio Emilia per comprendere che le coincidenze non possono essere casuali.
Del resto gli «analisti infantili» che interrogarono i bimbi di allora e quelli di oggi appartengono alla stessa «scuola»: cioè quella capitanata da Claudio Foti, che ora tutti fingono di non conoscere ma che, prima di essere arrestato con altre 15 persone, in tanti veneravano come un'«autorità del settore», fino a fargli ricoprire (dal 1980 al 1993) il ruolo di giudice onorario del Tribunale dei minori di Torino, nonché quello di membro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
Lui, il fondatore della onlus «Hansel&Gretel» di Moncalieri (Torino), fin dal 1989 ha rappresentato un punto di riferimento per il mondo degli affidi. Di lui, nel corso degli anni, si sono fidati ciecamente decine di pubblici ministeri che alla sua onlus hanno affidato centinaia di minori, vittime di «abusi e maltrattamenti». Un trentennio durante il quale nessuno ha capito che il «metodo maieutico» del «dottor Foti» erano, in realtà, un sistema perverso teso - come ha scritto il gip di Reggio Emilia - «ad alterare lo stato psicologico ed emotivo attraverso modalità suggestive e suggerenti con la voluta formulazione di domande sul tema dell'abuso sessuale»; l'obiettivo? «Convincere il minore dell'avvenuta commissione dei citati abusi».
Tradotto dal giuridichese, significa che l'équipe di «esperti» che facevano capo alla «Hansel&Gretel» creavano a tavolino dei genitori-orchi per poter avere mano libera sulla gestione dei minori e su ciò che essa comportava a livello economico in termini di introiti. E, visto che i casi gestiti dalla onlus sono stati centinaia, parliamo di cifre enormi, cui vanno aggiunti gli incassi provenienti da master, convegni e formazione professionale con al centro sempre la figura carismatica di Foti e dei suoi collaboratori.
Una «comunità scientifica» decisiva nel rovinare la vita di persone perbene (poi risultate innocenti) che negli anni '97-'98 finirono triturati nell'incubo dei «pedofili della Bassa». Per tutti ricordiamo Federico Scotta che, dopo 11 anni di carcere, solo ora avrà diritto alla revisione del processo; e di questo deve solo ringraziare la propria coscienza pulita e la caparbietà del suo avvocato Patrizia Micai.
«Lavaggio del cervello», eccole le tre parole che collegano il passato al presente: domande suggestive poste in passato alle presente baby-vittime degli ipotetici «Diavoli della Bassa»; altrettante domande suggestive rivolte ora agli «Angeli» (i bambini) da parte dei «demoni» (psicologi e assistenti sociali). Identico il modus operandi. Perché medesima è l'«ideologia» a fondamento dell'«attività manipolatoria» posta in essere dagli operatori della «Hansel&Gretel».
Gente che - sostiene l'accusa - è ricorsa ad «elettrodi» e «impulsi elettrici» per ottenere le «risposte volute», arrivando a «manipolare» disegni e dichiarazioni dei bimbi per «puri scopi speculativi».
«Ma non ti ricordi che hai detto che non volevi più vedere tuo padre?», esordisce il seguace della dottrina-Foti; la tenta di reagire: «No, non mi ricordo... Mi mancano gli abbracci di papà... ogni tanto piango perché mi mancano...»; ma l'assistente rilancia: «Hai detto che non volevi vederlo...che eri contenta di non rivederlo... perché avevi paura che ti facesse del male... che si potesse vendicare...».
Un repertorio replicato all'infinito. Per centinaia di bambini diversi. Figli sottratti, per infami ragioni di danaro, ai loro genitori. Che non hanno mai più riabbracciato.
Madri e padri accusati, ingiustamente, di essere «pedofili, satanisti e assassini» (come nel caso dei «Diavoli della Bassa»). Invece i «diavoli» erano quei professionisti col camice bianco. Che facevano domande ai bambini, scippando loro l'innocenza. E anche un pezzetto di anima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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