Montalenghe (Torino) I nomadi di etnia Sinti del Torinese si sono dichiarati guerra. Perché quello che è accaduto a Montalenghe, in provincia di Torino, ha tutte le caratteristiche di un regolamento di conti tra famiglie rivali. Una faida a colpi di pistola che ha già fatto una vittima: Gabriele Raimondi, 47 anni, giardiniere residente a San Giusto Canavese. L'uomo, pregiudicato, è stato colpito da un proiettile all'addome, nel pieno pomeriggio di sabato, mentre si trovava nel cortile di casa di un amico, Grado De Glaudi, 65 anni, anche lui con diversi precedenti penali e considerato uno dei capi dei sinti del Basso Canavese. Ad ucciderlo è stato un commando composto da almeno tre persone che a bordo di un furgone bianco, passando a bassa velocità davanti alla villa di proprietà dei De Glaudi, una potente famiglia di nomadi sinti, ha aperto il fuoco con una pistola calibro 9. Raimondi è rimasto ferito, si è accasciato a terra e dopo poche ore è morto all'ospedale Cto dove era stato trasportato. Oltre a lui, è rimasto ferito anche un carabiniere, un brigadiere di Ivrea: una pallottola lo ha colpito di striscio a un gomito. Il militare è stato operato ma per lui la prognosi è lieve.
Il Far West per le vie del centro del piccolo comune di Montalenghe, si è scatenato proprio nel momento in cui i carabinieri stavano facendo un sopralluogo all'esterno dell'abitazione, una palazzina di due piani che si affaccia su una delle piazze principali del paese, costeggiata da una stradina laterale che si infila in un cortile. I militari, infatti, erano stati chiamati da alcune famiglie che vivono a pochi passi dalla villetta dei De Glaudi, spaventati per quanto stava accadendo in questo ultimo periodo. «È da almeno due giorni che sentiamo spari provenire nei pressi di quella casa ha raccontato un vicino -. Qui in zona vivono anche dei bambini, siamo preoccupati».
Per questo, ancora prima della sparatoria, nel cortile dei De Glaudi c'era una pattuglia in borghese di carabinieri del Nucleo operativo incaricati di svolgere accertamenti su questi misteriosi spari. Quando arriva il furgone i due militari non fanno neppure in tempo a capire che cosa stia accadendo: una raffica di proiettili parte all'improvviso, colpendo Raimondi ed il brigadiere. Il commando non sa che quei due uomini sono militari, porta a termine l'agguato poi fugge, imboccando la strada che porta lungo la provinciale per San Giorgio. Ora in tutto il Piemonte è caccia all'uomo, con posti di blocco e perquisizioni anche in numerosi campi nomadi. Intanto le indagini sono in corso, per capire se chi ha sparato appartenga a una famiglia sinti rivale o se si tratti di una banda criminale entrata in contrasto con De Glaudi.
Un caso molto simile, accadde 16 anni fa, in un campo
nomadi in provincia di Cuneo, quando alcuni sinti di una famiglia rivale, spararono in piena notte contro una roulotte, uccidendo un bambino di otto anni. Per l'omicidio la polizia di Stato aveva arrestato quattro persone.
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