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Farage e gli speculatori della Brexit

"Il leader Ukip e i sondaggisti hanno aiutato chi ha lucrato sulla sterlina"

Farage e gli speculatori della Brexit

La Brexit, che business. Mentre il Regno Unito, a due anni dal referendum, è ancora spaccato in due fra Leavers e Remainers e aspetta di sapere se uscirà dall'Unione europea con o senza un accordo, un'inchiesta dell'agenzia Bloomberg svela come nella notte che ha cambiato la storia della Gran Bretagna, i fondi speculativi, con l'aiuto dei sondaggisti e dell'uomo simbolo della Brexit, Nigel Farage, abbiano fatto uno degli affari più proficui della loro storia. Come? Basandosi su informazioni diverse da quelle di cui nel frattempo disponeva l'opinione pubblica e vendendo allo scoperto sterline, nelle due ore successive alla chiusura delle urne, quando i mass media di mezzo mondo rilanciavano la previsione sul probabile, seppur risicato, vantaggio dei no-Brexit (52% contro il 48% dei pro-Brexit), che poche ore dopo si rivelerà sbagliata e contraria: gli inglesi votarono 52 a 48 a favore l'uscita dall'Unione europea.

Cosa accadde quella notte e nei giorni precedenti al voto? La ricostruzione dei giornalisti Cam Simpson, Kevin Finch e Kit Chellel svela un intreccio pericoloso che chiama in causa anche il leader dell'Ukip Farage. A urne appena chiuse, quando sono le 22:01 in Gran Bretagna (le 23:01 in Italia) in assenza di exit poll ufficiali da parte di Bbc, Sky e Itv (una scelta per mancanza di dati comparativi e a causa del possibile alto margine di errore), arriva una dichiarazione scritta più che pessimista di Farage, che lascia intendere come i No all'uscita abbiano vinto e lui perso: «Il Remain ce la farà. Io e il mio partito non andiamo da nessuna parte». Un'informazione che il leader anti-Ue confermerà poco dopo. Intanto, un analista dell'istituto di sondaggi YouGov fornisce a Sky un exit poll che rincara la dose: i contrari all'uscita sono avanti. La somma delle due informazioni fa schizzare la sterlina ai massimi degli ultimi sei mesi. Salvo poi, quando i dati reali smentiscono le indiscrezioni, renderla protagonista del crollo peggiore della storia di una moneta, una discesa mai vista dalla nascita del sistema finanziario mondiale contemporaneo.

È la mamma per i fondi speculativi che hanno in mano il pronostico giusto. Perché nel frattempo, loro hanno pagato almeno sei istituti per avere sondaggi privati ed exit poll anche nelle ore in cui il referendum è in corso. Così, in un solo giorno, il fondo Rokos fa 100 milioni di dollari, Brevan Howard 160, qualcun altro 300 milioni. Tra i sondaggisti c'è anche Damian Lyons-Lowe, fondatore dell'istituto Survation, amico ed esperto preferito di Farage, che nonostante le dichiarazioni del leader Ukip, ha previsto (nei suoi dati privati) la vittoria di Brexit. Il sospetto, insomma, è che i sondaggisti, lautamente pagati, abbiano fornito dati più accurati ai fondi speculativi di quelli che intanto venivano dati in pasto all'opinione pubblica e quindi agli investitori. E che Farage, ex broker della City, al lavoro per una società di trading valutario anche durante il suo impegno politico, nonostante avesse in mano sondaggi che davano Brexit in testa (lo ha ammesso lui stesso, salvo poi contraddirsi e infine negare), ne abbia diffusi di opposti.

Il patriota ballava sulle ceneri della sterlina.

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