FI, suggestione Cairo Nuovo attacco di Toti

Tajani: «L'imprenditore in continuità con il Cav». Il governatore invoca cure da cavallo

FI, suggestione Cairo Nuovo attacco di Toti

«Il mio successore? Ho tentato anche con Urbano Cairo, ma lui mi ha detto Dopo aver visto quello che hanno fatto a te non lo farò mai». Silvio Berlusconi, cinque mesi fa, raccontava così, ospite di Porta a Porta il suo tentativo di reclutare il presidente di Cairo Communication e di Rcs.

Da allora l'orizzonte politico e strategico di Forza Italia è cambiato, lo stesso Berlusconi ha deciso di investire su una governance differente, aprendo la strada a un congresso e in prospettiva anche alla celebrazione delle primarie. E la necessità di individuare figure carismatiche che possano resistere all'ascesa di Matteo Salvini e rinvigorire l'offerta politica dei moderati e dei liberali italiani si è fatta ancora più forte. Così di fronte alla prospettiva sempre più concreta di una scelta dal basso del leader il nome di Cairo è tornato a circolare.

Interpellato dai giornalisti alla presentazione dei palinsesti di La7, Urbano Cairo non ha serrato la porta, limitandosi a socchiuderla. «Mi inorgoglisce il fatto che si parli di me come una persona che potrebbe dare una mano. Vuol dire che il mio lavoro è apprezzato. In questo momento è no, però... Mai dire mai».

Dentro Forza Italia naturalmente ci si inizia a interrogare sulle reali intenzioni del presidente del Torino. E ieri Antonio Tajani ha accolto con favore una sua possibile discesa in campo. «È un uomo di grande capacità e, se decidesse di scendere in politica, farebbe bene» ha detto a Radio 24. «Non so se è suo interesse farlo, ma vedrei bene una presenza di questo tipo, in continuità con Berlusconi. Oggi nello spazio dei moderati c'è ancora Berlusconi, ma Cairo potrebbe certamente essere un grande protagonista della politica del futuro, ha tutti i fondamentali per farlo, poi certo dipende da lui».

Al momento i possibili concorrenti alla corsa verso la leadership dei moderati vedono confrontarsi l'opzione rivoluzionaria rappresentata da Giovanni Toti che vorrebbe un azzeramento e una rinascita di Forza Italia e quella «riformista» di Mara Carfagna che vorrebbe ripartire dai territori, ma senza strappi troppo fragorosi. È chiaro, però, che Berlusconi non ha mai nascosto di gradire una personalità proveniente dalla società civile, qualcuno che possa in qualche modo rilanciare la figura del manager che al culmine della carriera decide di mettersi a disposizione del proprio Paese, ricalcando ovviamente proprio le orme berlusconiane. Secondo l'Agi ci sarebbe stata anche una telefonata tra i due che lavorarono insieme per 12 anni dentro Publitalia. L'altra ipotesi che viene citata è quella di Stefano Domenicali, ex team manager della Ferrari e ora ad di Lamborghini.

In attesa di capire se Forza Italia potrà davvero scommettere su un Papa straniero, la dialettica interna continua a essere accesa. Mara Carfagna, parlando con News Mediaset, invita gli azzurri a fare presto. «Il percorso di rinnovamento di Forza Italia deve concludersi in tempi brevi, perché gli obiettivi che abbiamo davanti sono molto, molto alti e non vorrei che le ambizioni fossero modeste». Giovanni Toti, invece, torna a invocare una «cura da cavallo».

«Le primarie aperte saranno un cambiamento brusco ma sono indispensabili, altrimenti il partito sparisce» dice parlando a Skytg24. «Lo ripeto, Fi deve aprire i suoi confini, magari ragionare su un nome nuovo, fare entrare nuova classe dirigente... Confrontiamoci».

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