Roma La sfida è cambiare il partito, aggiornarne l'identità e la percezione entro l'anno. Il board incaricato di lavorare sulla svolta di Forza Italia e di stabilire le regole per il congresso e le primarie - composto da Antonio Tajani, Mara Carfagna, Giovanni Toti, Mariastella Gelmini (nella foto) e Anna Maria Bernini - tornerà a riunirsi in settimana. In queste ore ci sarebbero stati contatti tra Toti e Carfagna per avvicinare le posizioni e arrivare a una mediazione.
Se finora il governatore della Liguria e la vicepresidente della Camera hanno avuto i riflettori puntati, nel partito si comincia a parlare di una «rimonta» della capogruppo azzurra alla Camera. Nei giorni scorsi Mariastella Gelmini ha incontrato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha presentato sul Sole24Ore la sua proposta economica, puntando su autonomia, impresa, lavoro e crescita, ovvero sui temi che più mettono in difficoltà la maggioranza gialloverde e intende anche avviare una campagna di ascolto, un giro d'Italia che potrebbe essere organizzato insieme all'altra capogruppo, Annamaria Bernini. A settembre, poi, come da tradizione, l'ex ministro dell'Istruzione organizzerà un evento a Milano. Il primo passaggio sarà comprendere cosa produrrà il tavolo delle regole.
«Questo è un partito presidenzialista e mettere in discussione il leader rappresenta soltanto un atto di autolesionismo» spiega Mariastella Gelmini. «Il chiarimento deve essere innanzitutto su congresso e primarie. Forza Italia di sicuro non deve essere gregaria rispetto alla Lega, non serve una Forza Italia sovranista, un conto è essere alleati, ma noi dobbiamo caratterizzarci come forza vicina all'impresa, e impegnata nell'innovazione. Dobbiamo parlare al ceto medio indebolito a cui questo governo non ha saputo dare risposte serie.
E dire con chiarezza che serve un federalismo che unisca ed esalti le eccellenze locali, andando nella direzione dell'efficienza, della competenza, dell'efficienza e della lotta agli sprechi. Infine sul partito bisogna valorizzare la nostra classe dirigente con una foto di gruppo, senza indulgere a individualismi esasperati».
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