Guerra a Parigi

Come in un film. La capitale, in diretta mondiale, messa sotto scacco per un giorno dai terroristi islamici I killer di "Charlie Hebdo" sotto assedio in una tipografia, l'assassino della poliziotta in un market ebraico

Guerra a Parigi

In diretta, minuto dopo minuto, sotto gli occhi del Mondo. Come in un film del terrore. Più che in un film del terrore. Perché tutto vero, tremendamente vero. Una lunga, convulsa giornata, la terza, vissuta dalla Francia dopo la strage di mercoledì mattina nella redazione di Charlie Hebdo, compiuta dai due fratelli Said e Cherif Kouachi. Un incubo, durato 56 ore, che si è finalmente dissolto all'imbrunire, lasciando purtroppo un'altra scia di sangue, con un doppio, sincronizzato blitz delle forze speciali francesi a Dammartin-en-Goele, a nord di Parigi, dove sono stati uccisi i fratelli Kouachi, e a Porte de Vincennes, quartiere periferico della capitale, dove invece le teste di cuoio hanno posto fine ad un altro estenuante assedio uccidendo un altro ben noto terrorista islamico che, con la sua compagna, riuscita poi a fuggire, teneva in ostaggio sei persone in un supermercato ebraico.

La grande fuga

Ma cerchiamo di rivedere insieme, fotogramma dopo fotogramma la giornata di ieri, che comincia alle 8 e 45 con una violenta sparatoria e l'inseguimento di un'auto, a nord-est di Parigi, dove vengono segnalati i due fratelli Kouachi, lungo la strada Nazionale 2, che dalla capitale porta al Nord. Un quarto d'ora dopo i due ricercati sono individuati: si sono barricati, nella cittadina di Dammartin-en-Goële. In un capannone, la «Création Tendance Découverte», una piccola ditta che realizza insegne, cartelli e stand per fiere, per clienti pubblici e privati. I dipendenti sono quattro, ma non si sa quanti siano presenti effettivamente all'interno dell'azienda. L'area, a ottanta chilometri da Parigi, è circondata. Nel giro di mezz'ora vengono tutte bloccate le strade di accesso a Dammartin-en-Goële, Tutti gli abitanti del villaggio vengono invitati a non uscire di casa.

Terrore nelle scuole accanto

Non lontano dalla piccola azienda sorge un complesso scolastico: è terrore per quello che potrebbe accadere se la situazione precipitasse e sfuggisse al controllo degli agenti. In particolare la scuola elementare Henry Dunant, situata a poche centinaia di metri dalla tipografia dove sono barricati i fratelli Kouachi, è la prima ad essere evacuata dalle forze di sicurezza. I piccoli quando si erano uditi i primi spari ed era cominciato l'assedio ai terroristi, erano stati fatti stendere a terra dalle maestre per trovare riparo. Le scuole nel paese sono quattro per circa un migliaio di alunni che vengono evacuati a piccoli gruppi a bordo di autobus. I giornalisti, che stanno assistendo all'assedio della tipografia dove i terroristi sono rintanati, raccontano di udire gli studenti della scuola vicina gridare in coro «Charlie, Charlie...».

«Vogliamo morire da martiri»

Intanto, per precauzione, anche due delle quattro piste del vicino aeroporto di Roissy-Charles de Gaulle vengono chiuse e gli aerei in atterraggio ricevono l'ordine di modificare la rotta per evitare di passare sopra Dammartin-en-Goële. Alle 10.45 le forze dell'ordine riferiscono che i due terroristi, nel corso delle trattative, ripetono soltanto e ossessivamente la stessa frase: «Vogliamo morire da martiri». La risposta giunge alle 11,15 dallo stesso Hollande che, arrivato a piedi nella sede del ministero dell'Interno, dichiara: «La Francia è sotto choc. É l'attentato più grave dal dopoguerra. Dobbiamo reagire».

Un unico filo jihadista

Nel giro di mezz'ora arriva un'altra inquietante conferma: fanno parte della stessa filiera jihadista i due fratelli Kouachi autori della strage di mercoledì a Charlie Hebdo e il sospettato dell'uccisione di una poliziotta e del ferimento di un altro, giovedì a Montrouge, a sud di Parigi. L'uomo è stato identificato: è il trentaduenne di colore, Amedy Coulibaly ben conosciuto dalla polizia. Il suo nome appare nel 2010 legato alla progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, terrorista algerino condannato all'ergastolo per gli attentati del 1995.

Il secondo scacco

Ma ecco che, alle 13.30, Parigi subisce un secondo, imprevedibile scacco. Un uomo fa irruzione in un supermercato kosher di Porte de Vincennes, quartiere periferico della capitale. Uccide con fredda determinazione, entrando, quattro clienti e si barrica prendendo sei ostaggi tra cui un bimbo di sei mesi. L'uomo è proprio Amedy Coulibaly. Con lui la sua compagna, Hayat Boumediene, 26 anni. Alle forze speciali sopraggiunte sul luogo urla: «Liberate i fratelli Kouachi e non fate assalti o ucciderò tutti gli ostaggi». È la conferma che le due azioni terroristiche della stessa matrice erano state pianificate e coordinate.

Panico al Trocadero

Nel primo pomeriggio, poco dopo le 15, è ancora terrore nel cuore di Parigi. Si diffondono le voci di una sparatoria nella piazza Trocadero. Viene disposta l'evacuazione delle case del popolare quartiere e la linea 6 della metropolitana è in parte bloccata. L'allarme rientra fortunatamente venti minuti più tardi.

L'assedio senza fine

La tensione sale altissima. Le forze speciali che cingono d'assedio i due luoghi dove i terroristi sono asserragliati sono oramai decise a intervenire, non c'è margine per alcuna trattativa. I militari sono pronti e gli uomini dei reparti speciali, con gli elicotteri della polizia che sorvolano incessantemente le due zone, attendono - inquadrati da centinaia di telecamere e fotografi - l'ordine dell'Eliseo. Che puntualmente arriva.

Scattano i due blitz

Alle 17.19 scatta il blitz nell'azienda di Dammartin-en-Goele. I due fratelli Kouachi escono dalla fabbrica e cominciano a sparare con due kalashnikov: feriscono alcuni agenti ma vengono uccisi dalle forze speciali. Il proprietario della stamperia, unico presente nell'azienda e che era riuscito a rifugiarsi in uno scatolone e a dare l'allarme senza farsi notare dai terroristi, esce illeso e viene portato via con un elicottero. Alle 17.26 le teste di cuoio francesi entrano in azione anche nel supermercato kosher a Parigi. Il killer di Montrouge, Amedy Coulibaly, viene ucciso. Gli ostaggi escono in preda al panico. Si contano i feriti.

In serata si verrà a sapere che aveva degli esplosivi in una borsa, e che prima di essere ucciso nel blitz avrebbe telefonato ad altri terroristi per chiedere di sferrare attentati. La sua compagna, Hayat Boumedienne, riesce invece a fuggire.

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