Fioramonti rispolvera gli aumenti ai docenti e critica il precedente governo. Dove c'era lui

Promesse generiche (che non manterrà). Il nodo dei 170mila precari

Fioramonti rispolvera gli aumenti ai docenti e critica il precedente governo. Dove c'era lui

Lorenzo Fioramonti «Reloaded». Il neoministro dell'Istruzione annuncia: aumenti agli insegnanti ma senza criteri di merito; abolizione dei controlli sull'orario di lavoro dei dirigenti; modifiche al decreto salva precari che è naufragato con la crisi di governo.

Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera il pentastellato titolare dell'Istruzione riesce pure a criticare le scelte del «governo precedente». Un governo del quale però faceva parte a pieno titolo ricoprendo il ruolo di viceministro, oltretutto nello stesso dicastero del quale ora è ministro e dal quale critica «il governo precedente». Fioramonti dunque critica se stesso? Se è vero come diceva il poeta che «ci sono più cose in cielo ed in terra di quante ne possiamo immaginare con la nostra fantasia» una memoria così corta in politica segna decisamente un record.

Lasciamo da parte la politica «bipolare» del ministro grillino per analizzare le sue promesse di oggi, una lunga serie come è consuetudine per chi si è appena insediato. Prima di tutto quella di aumentare di cento euro («un aumento mensile a tre cifre» ha puntualizzato) gli stipendi dei docenti. Fioramonti vuole due miliardi per la scuola ed oltre la metà dovrebbe andare a finanziare gli aumenti. Miliardi che prima di tutto dovranno essere trovati in una legge di Bilancio che invece promette lacrime e sangue. Quali saranno i criteri di questi aumenti? Nessuno, la solita promessa generica di qualche euro in più che ancora una volta non terrà conto dell'impegno, delle qualifiche, della storia personale di tanti docenti che da anni nuotano controcorrente per dare ai loro alunni un insegnamento all'altezza dei cambiamenti epocali della nostra società, aggiornandosi a spese proprie. Lo stesso aumento andrà a chi invece oramai sfinito da anni di precariato e stipendi da fame aspetta soltanto di andare in pensione.

Ieri inaugurando l'anno scolastico Fioramonti ha promesso il suo impegno «affinché non accada più che l'anno scolastico cominci senza il personale necessario» e che «gli insegnanti sono veri e propri eroi civili» ringraziandoli «per il lavoro spesso in condizioni difficili e con salari lontani da media Ue e da quello che sarebbe giusto per ciò che fanno quotidianamente». Perché ha insistito «uno Stato che vuole investire nel futuro deve tenere conto di questo aspetto, se i buoni insegnati sono costosi i cattivi maestri constano molto di più». Quindi Fioramonti garantisce che «a partire dalla prossima legge di Bilancio» troverà «le risorse aggiuntive necessarie a ripristinare i livelli di spesa del 2008».

Bene però va anche precisato che Fioramonti è stato il viceministro del «governo precedente» grazie al quale per questo anno scolastico si registra il record

assoluto di supplenti. Un docente su 5 tra quelli che sono saliti in cattedra è un supplente. I sindacati parlano di una stima di 170mila docenti precari senza dimenticare i 17.000 posti vacanti in conseguenza di Quota 100.

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