Il fisco a caccia di cameriere

Fiamme gialle alla ricerca di colf non in regola: accade in Sardegna. E così i turisti scelgono il mare di altri Paesi

Il fisco a caccia di cameriere

Quella di Josephine (nome di fantasia) è una routine. Ogni mattina esce dalla casa del suo datore di lavoro e va a gettare la spazzatura negli appositi contenitori della differenziata. Siamo in Sardegna, in una casa di vacanza. In uno di quei posti che ci invidia il mondo. È successo tutto lo scorso fine settimana. Ma avviene ogni giorno. Due giovanotti in borghese e con borsello a tracolla si avvicinano alla signora e le chiedono: «Che lavoro fai?». «La cameriera», risponde subito Josephine. «Facci vedere il tuo contratto di lavoro». Josephine non ha visto il celebre sketch di Verdone sul porto d'armi, se no avrebbe riso. Preoccupata e ovviamente senza contratto in tasca, può solo condurre i due signori, che poi sono due militari della Guardia di finanza, a casa del suo datore di lavoro. Cosa che ovviamente accade. Stessa richiesta, e stessa risposta. Alzi la mano chi, tra coloro che assaggiano questa zuppa, si porta in vacanza la documentazione di assunzione della propria colf. Insomma, in queste ore la Guardia di finanza, a quanto ci risulta in Sardegna, ma potrebbe accadere ovunque, sta battendo le strade alla ricerca dei contratti di assunzione delle colf.
Mentre le Fiamme gialle svolgono il loro compito, i porti delle medesime località sono praticamente deserti. Le grandi barche sono fuggite in Corsica o altrove. Non solo per colpa delle tasse del geniale governo Monti, ma anche delle minuziose attenzioni che ricevono quando mettono la prua in acque italiane. A essere sinceri, anche in Francia hanno iniziato a salire sulle barche ormeggiate per fare controlli fiscali.
L'Italia del turismo ha il primato dell'inospitalità. Come testimonia l'inchiesta sulle vacanze che il Giornale sta facendo proprio in questi giorni (oggi è il turno un po' meno desolante della Puglia) le cose non vanno bene. Non attraiamo dall'estero e facciamo scappare gli indigeni.
Siamo arrivati a un punto in cui i controlli hanno davvero raschiato il fondo del barile. La casa in Sardegna (o in altra zona di villeggiatura) sarà oggetto della nostra dichiarazione dei redditi, della tassazione sulla seconda casa, del redditometro e dello spesometro. I suoi interessi (per comprarla) saranno soggetti a un tetto bassissimo. E quando ci andiamo dobbiamo stare attenti a non mettere in mare il gommone o farci assistere da una cameriera che ci portiamo da casa.

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Ieri abbiamo letto con grande attenzione il fogliettone culturale dell'ottimo (con lui, come ha testimoniato un recente scambio epistolare sul Giornale, le copie del giornale sono schizzate) direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano: «Il lato umano di Lady Fisco e la macchina dello Stato». Come già al momento della sua nomina, il quotidiano degli imprenditori e cioè di coloro che hanno le case proprio in Sardegna, ha salutato con entusiasmo l'arrivo di Rossella Orlandi al posto di Attilio Befera alla guida dell'Agenzia delle entrate. «Mi sono trovato al cospetto di una donna normale dai modi bonari e innamorata del suo mestiere», ci racconta Napoletano. Scopriamo «la parlata fiorentina» che oggi serve, eccome, e «l'orgoglio sabaudo», e poi «il lato umano, diretto, di un funzionario dello Stato che riconosce la maestà della legge». Non ci dimentichiamo il «suo pallino per l'educazione civico-fiscale» che ha portato niente meno che al «concorso a premio nelle scuole piemontesi» e poi, straordinario, sentite qua cosa ci regala Il Sole riguardo alla passata esperienza della Orlandi: «La lezione più grande ricevuta da una lavoratrice immigrata che la guarda fissa negli occhi e le dice: “Solo il dovere delle tasse ci può restituire il diritto della cittadinanza”». Nooooooo. Favoloso. Le dobbiamo presentare la nostra Josephine. La cameriera pizzicata a svuotare l'immondizia in Sardegna. Ma le colonne del Sole continuano anche con la comprensione nei confronti degli imprenditori che non ce la fanno. Che bel quadretto. Evviva la Orlandi, evviva Il Sole, evviva la Sardegna. Stop. Fermi un attimo. «La più dura, la più inflessibile, una talebana del fisco come tutti quelli che sono stati formati alla scuola di Visco. Per lei le tasse sono bellissime e i contribuenti sempre in fallo. Quando ha guidato il Piemonte, raramente abbiamo chiuso una transazione con lei. Va fino in fondo. Il contenzioso non è un suo problema. È inflessibile. Altro che adesioni». Sì, va bene, dice il cuoco di questa zuppa, ma adesso le virgoletto tutto. «Ma che, è matto.

Io e i miei clienti siamo fottuti se lei si permette di pubblicare il mio nome, ma chieda a chiunque ci abbia avuto a che fare professionalmente in Piemonte».
Eh, ma così non va. Un anonimo contro il fogliettone di Napoletano. Dobbiamo credere alle parole del direttore. Il lato umano di Lady Fisco.

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