Flat tax e zero burocrazia. Protocollo di Fi per ripartire

Il piano degli azzurri: pace fiscale e decertificazioni. Gelmini: "Discutere in Parlamento i decreti di Conte"

Flat tax e zero burocrazia. Protocollo di Fi per ripartire

«I l nostro messaggio al Paese è che la Fase due come disegnata dal governo è iniziata malissimo: milioni di italiani chiedono certezze, invece regna confusione e ingiustizia. Fare proposte concrete non vuol dire appoggiare il governo. Siamo all'opposizione, siamo contrari ad accordi sotto banco, siamo alternativi alla sinistra».

Forza Italia, sotto la direzione di Antonio Tajani, convoca una conferenza stampa online alla presenza del suo stato maggiore e usa toni affilati per chiarire la propria posizione, mettendo in campo un piano articolato per la Fase 2 e la ripartenza. Molti i punti sui quali si incardina il progetto di «ricostruzione» dell'economia.

Sulle tasse il partito di Berlusconi propone un Patto fiscale e mette al centro un'idea mai tramontata: la flat tax. Chiede all'Europa la costituzione di un fondo per la ricostruzione da 500 a 1000 miliardi, metà dei quali a fondo perduto a favore del tessuto produttivo. Propone i Piani di investimento per la ripresa riservati ai risparmiatori italiani. Uno sconto fino al 40% delle cartelle esattoriali. Il rientro dei capitali in Italia e l'introduzione dei conti individuali di risparmio per riequilibrare il debito.

La posizione che Forza Italia terrà in Parlamento viene illustrata sia da Annamaria Bernini che da Renato Brunetta. «Si voterà lo scostamento di bilancio di cui purtroppo non conosciamo l'importo, leggiamo che dovrebbe trattarsi di 55 miliardi. Questo la dice lunga sulla capacità di questo governo di coinvolgere l'opposizione. Noi vorremmo che questi fondi fossero indirizzati alle imprese. Forza Italia non può dire no alla liquidità ma dirà no a un Def che aumenta la pressione fiscale al 43,3% e ha un respiro cortissimo. Purtroppo le categorie del turismo, della ristorazione e dell'indotto di un settore che sposta il 25% del Pil italiano non sono state minimamente tutelate dal governo». Per Brunetta «il Def è semplicemente ridicolo. Voteremo con responsabilità, a favore dello scostamento di bilancio ma dicendo con grande chiarezza che 55 miliardi non bastano, ne servono di più, almeno 100».

Mariastella Gelmini fa, invece, suonare l'allarme democratico. «A fronte dell'ultima conferenza stampa autocelebrativa di Conte, osserviamo che accanto alla crisi sanitaria ed economica, c'è una crisi democratica. La nostra richiesta è trasformare il Dpcm in decreto, in modo che il Parlamento possa dire la propria». Giorgio Mulè fa notare come il documento sia frutto di confronti con 150 associazioni di categoria. Una sintesi, quella operata da Forza Italia, che ruota attorno a un concetto chiave: «decertificazione, tutto quello che in questo momento può essere decertificato va fatto per liberare il Paese dalla burocrazia».

Sestino Giacomoni propone di «affiancare alla cassa integrazione un'integrazione di cassa per Pmi, lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, liberi professionisti che compensi per una certa quota il mancato guadagno derivante dall'emergenza».

Antonio Tajani non dimentica neppure la drammatica situazione dello sport di base e illustra le proposte preparate con il responsabile del Dipartimento Marco Marin.

Un piano che prevede 200 milioni per le società dilettantistiche, 400 milioni per il Credito Sportivo, l'aumento delle risorse per i collaboratori sportivi, la reintroduzione dei voucher, la sospensione dei canoni di locazione e concessori. Un pacchetto che punta a salvare da morte sicura tante società che accolgono 5 milioni di sportivi italiani e a settembre rischiano di non poter riaprire.

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