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Foibe, Sergio Mattarella: "Sono una sciagura nazionale"

Il presidente della Repubblica, in occasione del giorno del Ricordo: "Oggi, l'avversario da battere è l'indifferenza"

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

"Una pagina tragica della nostra storia recente". Così, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definisce le foibe, considerate una "sciagura nazionale", in una dichiarazione.

Nel 2004, il Parlamento ha istituito, a larghissima maggioranza, il 'giorno del Ricordo', per non dimenticare le "terribili sofferenze" patite dagli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, a causa delle persecuzioni jugoslave. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, "queste terre conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo". Il presidente della Repubblica ricorda che il regime comunista scatenò "una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole". A causa di queste persecuzioni, gli italiani furono costretti all'esodo.

"Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono, per superficialità o per calcolo, il dovuto rilievo- continua Mattarella- Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità". Per molto tempo, inoltre, le persecuzioni contro gli italiani in Dalmazia, Istria e Venezia Giulia, sono state "ignorate, rimosse o addirittura negate". Ed è soprattutto grazie "alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell'esodo è uscito dal cono d'ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria".

Secondo il presidente della Repubblica "esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell'indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l'odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza". Infine, Mattarella si rivolge alle vittime delle foibe e ai loro discendenti con un "pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari".

I ricordi, conclude il capo dello Stato, "ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l'amicizia tra i popoli".

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