Forza Italia sfida il premier «Al voto col Consultellum»

Brunetta: «Non abbiamo paura delle urne». Domani da Mattarella al Colle le opposizioni che hanno lasciato la Camera sulle riforme: «Il metodo Renzi una ferita per la democrazia»

M essaggi (non esattamente di pace) al manovratore. Forza Italia, dopo la doppia prova muscolare e la sequenza di messaggi al vetriolo firmati dal premier, tiene alto il livello dello scontro e insiste sulla linea dura, lasciando intravedere la prospettiva delle urne.

«Non abbiamo paura delle elezioni» dice il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta a L'intervista di Maria Latella SU SkyTg24 . Se si va alle elezioni anticipate «l'unica legge in vigore è il Consultellum, la legge uscita dalla sentenza della Corte». Brunetta prepara anche l'incontro con il capo dello Stato previsto con ogni probabilità per domani, con il nuovo inquilino del Colle che riceverà in incontri separati tutte le opposizioni aventiniane, quindi anche i grillini, Lega, Fratelli d'Italia e Sel. «A Mattarella diremo che la riforma costituzionale e la riforma elettorale sono una ferita mortale alla democrazia. Lo dicono anche i costituzionalisti di sinistra: è una deriva autoritaria e plebiscitaria», prosegue. Quanto alle tensioni interne a Forza Italia Brunetta sottolinea che «Verdini, che si è speso molto per il patto e per il superamento della guerra civile strisciante, è la prima vittima di Renzi». Raffaele Fitto, invece, è stato «superato dagli eventi».

Toni meno affilati, ma perentori risuonano nelle parole di Giovanni Toti. «Sicuramente faremo una opposizione da sorci verdi; ma i sorci di Forza Italia sono sempre ragionevoli. Se ci propongono cose ragionevoli, noi ragioniamo» dice a In mezzora da Lucia Annunziata su Rai3. «Forza Italia si è sempre comportata responsabilmente e civilmente. Addebito al Pd il fatto che si è voluto proseguire di notte in una seduta fiume con 308 voti per approvare una riforma patrimonio di tutti. E 308 voti sono quelli per i quali Napolitano chiamò al Colle Berlusconi, quando fu votato il rendiconto contabile dello Stato. L'altra sera con 308 voti si è cambiata la Costituzione».

Nel momento in cui sembra subire il colpo ed essere costretto a giocare in difesa rispetto alle accuse di «bullismo istituzionale», Renzi prova a sviare l'attenzione e a proporre misure spendibili mediaticamente nel prossimo Consiglio dei ministri. Venerdì il premier - con tanto di annuncio via Twitter - punta a presentare un menu nutrito: «Decreti legislativi su partite Iva, fatturazione elettronica, co.co.co., maternità». Si tratta dei decreti attuativi della delega fiscale e del Jobs Act. Nel caso delle partite Iva il governo potrebbe rimettere mano alla riforma del regime dei minimi che il premier definì: «Il più clamoroso autogol» del suo governo. Una misura per la quale sarà necessario individuare una seria copertura finanziaria e che rappresenterà il primo test per «l'arbitro» del Quirinale.

di Fabrizio de Feo

Roma

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