Francesco guarda (ancora) al Sud del mondo

Bergoglio nomina 13 nuovi cardinali privilegiando i Paesi più poveri. Due gli italiani

Francesco guarda (ancora) al Sud del mondo

L'occhio di Papa Francesco, ancora una volta, è caduto sulle «periferie del mondo», su Paesi lontani, alcuni dei quali non avevano mai avuto un cardinale. E a bocca asciutta, ancora una volta, sono rimaste molte grosse diocesi italiane storicamente cardinalizie. L'annuncio di un nuovo concistoro per la creazione di 13 nuovi cardinali (più quattro ultraottantenni) è arrivato ieri mattina a sorpresa, al termine dell'Angelus: «Sono lieto di annunciare che sabato 19 novembre, alla vigilia della chiusura del Giubileo, terrò un concistoro per la nomina di nuovi cardinali», ha detto Bergoglio.

I volti nuovi del sacro collegio sono stati scelti da tutti e 5 i continenti, due di loro saranno italiani: Mons. Mario Zenari, attuale «ambasciatore» del Papa in Siria che diventerà cardinale mantenendo l'incarico di nunzio apostolico. «È un segno di vicinanza al popolo siriano», commenta il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. «Il Papa, con un gesto molto forte, ha tenuto conto che Zenari abbia deciso di rimanere al fianco di questa gente così colpita». L'altro italiano è invece l'arcivescovo emerito di Novara, Mons. Renato Corti, 80 anni (non entrerà quindi in un ipotetico conclave) e in passato molto vicino al cardinale Carlo Maria Martini. Nessuna porpora alle grandi diocesi italiane come Bologna, Palermo, Venezia e Torino, il Papa ha scelto di privilegiare il Sud del mondo, con nuovi cardinali scelti da Paesi finora sconosciuti al Sacro Collegio Cardinalizio.

È il caso della Papua Nuova Guinea con Mons. John Ribat arcivescovo di Port Moresby, o della Repubblica Centrafricana con la porpora all'arcivescovo di Bangui, Paese dove Bergoglio aveva aperto la prima porta santa del Giubileo della Misericordia, nel novembre dello scorso anno. Francesco ha voluto premiare anche alcune grosse diocesi europee come Bruxelles e Madrid, poi il Sud America con il Venezuela, il Brasile e il Messico e ancora l'Africa, l'Asia e l'Oceania.

E in vista di un futuro conclave, viene rafforzato anche il gruppo dei cardinali nordamericani con ben tre nuove porpore a stelle e strisce: il fedelissimo arcivescovo di Chigago, Blase Cupich, il nuovo Prefetto della Congregazione per i Laici e la Famiglia, Kevin Farrell e l'arcivescovo di Indianapolis, Joseph William Tobin, con un passato in Curia alla Congregazione per i Religiosi e poi rientrato negli USA dopo appena due anni di servizio in Vaticano. Tra i nuovi cardinali ci sarà anche un semplice sacerdote, Don Ernest Simoni, albanese, classe 1928, perseguitato dal regime comunista e condannato per oltre 30 anni ai lavori forzati. Il sacerdote, unico prete testimone vivente della persecuzione, nel settembre del 2014 durante la visita pastorale del Papa a Tirana, aveva fatto commuovere Francesco, raccontandogli il martirio della Chiesa sotto la dittatura rossa albanese, «con un segno di croce che costava 10 anni di carcere».

Il Papa lo aveva abbracciato e nei mesi scorsi, quando con i suoi collaboratori ha stilato la lista dei nuovi cardinali, si è ricordato dell'anziano prete di Scutari, inserendolo tra i quattro porporati «anziani» che riceveranno la berretta, nel suo caso «perché Presbitero che ha reso una chiara testimonianza cristiana».

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