Nel 13° giorno di scioperi d'Oltralpe, la nuova grande manifestazione di protesta rende la vita dei francesi un incubo, al punto che l'Eliseo comincia a vedere la piazza come un'alleata: salta la rete elettrica di Lione, tornano i black bloc a Parigi e avvocati, insegnanti e medici incrociano di nuovo le braccia contro Emmanuel Macron.
Ciononostante, la riforma del sistema pensionistico vedrà la luce, spiega il premier Edouard Philippe in Assemblea nazionale: «Sulla creazione di un regime universale, la determinazione del governo e della maggioranza è totale. E anche sulla necessità di far prevalere un sistema più equilibrato nel futuro». L'Ue applaude, la Francia grida.
Secco diniego dell'esecutivo, dunque, alla marcia indietro chiesta dai sindacati, ieri per la prima volta uniti nella protesta anti riforma che cancellerà gradualmente i privilegi di molte categorie «protette», portando l'età pensionabile a 64 anni con possibilità d'incassare l'assegno dai 62, subendo un malus. La tensione cresce a Parigi in una giornata che secondo la Cgt, il sindacato massimalista non più col maggior numero di iscritti, ha riunito ieri 350mila persone nella capitale e 1,8 milioni in tutta la Francia (solo 76mila per il ministero, 615mila nel resto dell'Esagono). Tra loro, circa 650 casseur e pure il sindacato moderato Cfgt; il più rappresentativo che non aveva preso parte alle prime due proteste.
Ieri ha invece sfilato in una testuggine di 8 sigle compatte, perché il governo ha ormai chiarito i contorni della riforma che introduce un unico sistema «a punti» dal 2025, smantellando gli odierni 42 regimi pensionistici e aiutando uno Stato che spende il 14,9% del Pil per gli assegni: solo Italia e Grecia costano di più in Europa. Poche tensioni con la polizia a Parigi, in una giornata che fa comunque registrare un doppio blackout: elettrico e politico. A Lione 90mila persone al buio, a causa dei cavi di linea danneggiati dagli «atti ostili» dei manifestanti, e l'Eliseo in un vicolo cieco.
Impossibile fare retromarcia, per Macron: la riforma era nel programma. Mettersi d'accordo per uno stop ai disagi è l'obiettivo. Tregua in vista delle vacanze, l'auspicio del premier che oggi riunirà a Matignon le parti sociali. Philippe sarà da solo dopo le dimissioni del «Signor pensioni». Il super-commissario alla riforma Jean-Paul Delevoye ha lasciato l'incarico lunedì, prima che l'autorità per la trasparenza lo sbugiardasse quest'oggi, facendo seguito alle rivelazioni di stampa secondo cui l'alfiere di Macron, simbolo di terzietà, faceva affari con alcune compagnie d'assicurazione che dalla nuova legge avrebbero guadagnato clienti.
Il governo, per il dimissionato Delevoye che fino a pochi mesi fa invitava i politici su Twitter all'esemplarità, cerca un sostituto, probabilmente un parlamentare di En Marche. Urge dar manforte al premier nel percorso a ostacoli delle prossime ore: francesi pronti a viaggiare per le vacanze e poche garanzie per spostarsi nell'Esagono; la Sncf (le Ferrovie) ha già fatto sapere che i possessori di biglietto saranno rispettati. Ma in serata si scopre che solo il 68% dei treni circolerà da giovedì a domenica.
Testare l'umore dei francesi è l'obiettivo di Macron. Stando ai sondaggi, un metà abbondante di cittadini è dalla sua parte. Dopo due settimane di paralisi cresce il gradimento presidenziale: ieri al 30%.
«Se lo sciopero continua, sarà drammatico per noi», è la preoccupazione delle piccole e medie imprese, che insieme agli albergatori stimano un danno del 50% di introiti, oltre a ingorghi che anche ieri hanno toccato la cifra record di 400 km anche a fronte delle 8 linee chiuse della metropolitana parigina.
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