Da sessant'anni il Tricolore squarcia il cielo regalando momenti di orgoglio tutto italiano accompagnato dal rombo di dieci aerei. La Pattuglia acrobatica nazionale oggi festeggia l'anniversario, 60 anni, della sua costituzione. Ma questa storia, fatta di amore per il volo, per l'Aeronautica e per l'Italia, ha il suo inizio ben prima, sul finire degli anni Venti, quando sull'aeroporto di Campoformido, in provincia di Udine, pochi chilometri ad est della base di Rivolto, i primi pionieri del volo acrobatico dimostrarono come l'acrobazia aerea costituisse l'essenza stessa della caccia militare e il suo esercizio fosse in grado di migliorare le prestazioni nel combattimento aereo. Da lì prese vita una tradizione di volo che culminò con le formazioni acrobatiche collettive degli anni Cinquanta, individuate a turnazione annuale presso i reparti operativi dell'Aeronautica militare: Lancieri Neri, Diavoli Rossi, Tigri Bianche, Tonanti e Cavallino Rampante.
E fu proprio all'interno di quest'ultima pattuglia di riserva nel 1960 e successiva titolare nel 1961, che fu individuato il nucleo di piloti che andarono a costituire un gruppo che rappresentasse in tutti gli eventi in patria ed all'estero l'Aeronautica Militare e tutta l'Italia. Il 1° marzo 1961 giunsero a Rivolto, provenienti dalla 4a Aerobrigata di Grosseto (oggi 4° Stormo, base della Difesa Aerea nazionale su velivolo Eurofighter) i primi 6 velivoli F-86E «Sabre» con la livrea della pattuglia del «Cavallino Rampante» che recava l'emblema dell'asso Francesco Baracca (simbolo ceduto a Enzo Ferrari).
Nasceva così sull'aeroporto di Rivolto, dove ancor oggi ha sede, l'Unità Speciale Acrobazia che dal 1° luglio 1961 avrebbe assunto la denominazione ufficiale di 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.
Oggi le Frecce Tricolori sono un'unità composta da circa 100 militari; donne e uomini, ufficiali, sottufficiali, graduati dell'Arma azzurra. La formazione di 10 velivoli (9+solista) è composta da piloti che provengono dai reparti operativi di volo dell'Aeronautica Militare. Il capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale di Squadra aerea Alberto Rosso, chiarisce: «Le Frecce Tricolori sono conosciute, apprezzate e portano in tutto il mondo il nostro Tricolore. Sintetizzano tutto quello che è tecnologia, passione, capacità, competenza e professionalità che l'Italia è in grado di esportare e portare nel mondo». L'ex comandante della Pan, il generale di brigata aerea Marco Lant, racconta: «Stare nelle Frecce è un po' come essere in vetrina e dare uno sguardo sul mondo dell'Aeronautica. Volare sugli MB-339, che tra qualche anno saranno sostituiti dai nuovi M-345 e vedere il Tricolore in cielo è come avere un legame fisso con casa. Anche quando sei a migliaia di chilometri di distanza. Sai che porti l'orgoglio italiano e i valori della Patria nel mondo». Il posto più bello che ha sorvolato? «Sicuramente casa - tiene a dire -. Io abito a pochi chilometri da Rivolto». L'attuale comandante, il tenente colonnello Gaetano Farina, sottolinea come «il fattore umano all'interno della Pattuglia Acrobatica Nazionale sia fondamentale. Non parliamo di singoli, ma di squadra». L'anniversario, quest'anno, cade in un momento particolarmente difficile, in cui si rinnova e rafforza l'importanza di restare uniti e fare squadra.
Proprio con questo intento, a fine maggio del 2020, la Pan ha compiuto un sorvolo storico di tutti i capoluoghi di regione italiani, l'Abbraccio Tricolore, culminato con il sorvolo di Roma il 2 giugno, Festa della Repubblica. Un simbolo nel cielo che ha lasciato un messaggio importante: anche nei momenti peggiori si può orgogliosamente volare alto.
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