Il fuoco circonda Roma, autostrada in fiamme La settima piaga che colpisce la «Città eterna»

L'Italia spezzata in due per un altro incendio e chilometri di auto in coda sulla A1 Aria da fine impero tra siccità, rifiuti, topi, caos trasporti, sesso in strada. E grillini

Il fuoco circonda Roma, autostrada in fiamme La settima piaga che colpisce la «Città eterna»

Roma L'inferno è qui, attorno alla Città Eterna, e arroventa le lamiere delle macchine in fila per chilometri senza più una meta precisa. La gloriosa, mitica A1, l'autostrada del sole che negli anni cinquanta ha unito e unificato il Paese, ora è chiusa per le fiamme tra Roma Nord e Ponzano-Soratte. L'Italia è spaccata in due, per raggiungere Milano bisogna passare come nel Medioevo per Viterbo o Civitavecchia, la Via Francigena, o magari prendere l'Adriatica, percorso alternativo consigliato dalla Polstrada. Incendi sparsi, fiamme ovunque nei settori settentrionali e orientali, fumo sul Gra, paura, rabbia. Le sette piaghe si abbattono su Roma e il fuoco è la prima. Tra queste sette però non c'è la mafia, come hanno stabilito i giudici: viste le sue condizioni, la Capitale fa schifo anche a Cosa Nostra.

I Canadair gialli planano con manovre ardite nel mare di Ostia, a pochi metri dai bagnanti con il pranzo al sacco. Ecco la seconda piaga biblica, la mancanza di acqua. Le tubature perdono, il lago di Bracciano sta sparendo, Comune e Regione litigano e la Raggi ha fatto sigillare i nasi, le storiche fontanelle col becco. Che problema c'è, tanto i turisti si buttano nelle fontane barocche: un vero paradosso, se si pensa che i romani duemila anni fa avevano dissetato il mondo e che i loro acquedotti in giro per l'Europa ancora funzionano.

Altre entità volanti, bianche stavolta, planano invece in città e interrompono differenti ma altrettanto fieri pasti, quelli dei topi. E non bisogna scandalizzarsi perché i gabbiani sono ormai i migliori alleati del Campidoglio contro i ratti, la terza piaga. I gabbiani, uccelli dal passato nobile, cantati da Coleridge e Hemingway, hanno risalito il Tevere si sono adattati benissimo all'ambiente urbano. Mangiano la monnezza e stanno vincendo la guerra contro gli sporchi piccioni. Ma sconfiggere i sorci, forti di un primato millenario, è un'altra cosa.

La quarta calamità, la spazzatura, è sotto gli occhi e il naso di tutti. D'estate l'emergenza rifiuti moltiplica i suoi effetti nocivi, però la sindaca ha annunciato di aver scoperto l'esistenza di una settantina di green machine. «Le restituiamo ai cittadini», ha tweettato allegra, peccato che la maggior parte sia rotta per mancanza di manutenzione. «A Virgì, che raccorgono pure li frigoriferi abbandonati?», hanno risposto caustici sul web.

Poi la fame. Quella nascosta delle famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese e quella dei senzatetto. A Roma sono più di ottomila. Vivono e dormono sui gradini delle chiese, negli atri delle stazioni, davanti ai ministeri. Non si spostano molto anche perché - questa è la sesta piaga - a Roma i trasporti fanno ridere, anzi piangere. Per fortuna la Raggi sta organizzando un piano di funivie: peccato, non c'è la neve, però dai finestrini si potranno ammirare animali rari, i topi, e raffinate sculture moderne, i cumuli di immondizia.

Manca la settima piaga, l'invasione delle cavallette, in compenso ci sono i grillini, forse altrettanto perniciosi.

Il giorno dell'anniversario del bombardamento, San Lorenzo ha contestato la sindaca: «Non ricordarti di noi solo il 19 luglio, mantieni le promesse e pulisci il quartiere». I romani se ne sono accorti: il 70 per cento, dice un sondaggio, la boccia senza appello.

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