Dopo è certamente più facile dire: così non doveva andare. Quelle dita spezzate, quei colpi e quel sangue non si doveva vedere. In Catalogna è andato in scena un copione tragico dal finale a sorpresa, dove chi aveva ragione da vendere è finito in un istante dalla parte del torto. Errori gravissimi quelli commessi dal premier Mariano Rajoy. I tempi prima di tutto. Perchè aspettare che la situazione arrivasse a un punto di non ritorno? Scarsa lungimiranza politica, errori di calcolo, come quello fatale del referendum del 2014. Convinto che avrebbe ottenuto il plebiscito, l'ex presidente del Parlament, Artur Mas si espone a dichiarazioni ottimistiche. Ma è una batosta. Sarebbe potuto essere un clamoroso autogol di Barcellona, ma qui Rajoy compie il primo gravissimo errore: quello di sottovalutare la rabbia e la spinta in avanti dei separatisti, considerando la questione catalana come risolta e archiviata. È esattamente a partire da questa tragica sottostima che Madrid inizia a inanellare una serie di errori e sbagli che portano al peggiore dei finali possibili. La tensione delle ultime settimane era diventata insostenibile, nessuno tra i politici a spendere una parola di distensione. All'opposto è stata una corsa a chi l'asticella l'alzava più su. Ogni giorno peggio. La rabbia furente dei centri sociali degli studenti, degli uomini delle istituzioni; la caccia alle streghe, gli obbedienti stigmatizzati, le scritte e le offese sotto casa. Clima da anni di piombo, inaccettabile, possibile che Madrid non abbia visto per intervenire e frenare? A minacce rispondevano sfide, il voto di domenica ormai una questione di principio a cui nessuno voleva rinunciare. Il governo centrale avrebbe potuto fare un'operazione di polizia notturna, inviare agenti ai seggi e bloccare la possibilità di votare. Invece si è mosso quando migliaia di persone erano ormai mobilitate. Avrebbe potuto lasciare che la gente votasse, evidenziare le palesi contraddizioni e irregolarità. Ma ha scelto l'intervento a gamba tesa, menando pugni. Sarà in Parlamento la prossima settimana, ma ancora non è stata fissata la data in cui si terrà questa sessione plenaria.
Prende tempo. Rajoy sedeva nella metà della ragione ma si è ritrovato dalla parte sbagliata del campo, additato come picchiatore antidemocratico. E a casa non si porta niente, resta solo l'immagine di un popolo oppresso.
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