Dopo oltre un mese di silenzio, nonostante gli appelli di Detainedindubai, un'associazione che si occupa di tutela di diritti umani, della principessa Latifa al Moktum, 32enne figlia dell'emiro di Dubai, Sheikh Mohammed al Maktoum, non si hanno notizie. è per questo motivo che Human Rights Watch ha sollecitato le autorità di Dubai a dare notizie immediate riguardo alla sorte della giovane donna.
Come raccontammo sulle pagine del Giornale a fine marzo scorso la principessa, esasperata dalle costrizioni imposte dalla famiglia, che non le consentiva neanche di lasciare il Paese, decise di fuggire affidandosi a Hervé Jaubert, discutibile personaggio di origine francese e adesso cittadino americano, ex dei servizi francesi e protagonista, nel 2009, di una rocambolesca evasione proprio da Dubai. Con loro partì la 41enne finlandese Tiina Johanna Jauhiainen, migliore amica di Latifa. I tre presero il largo a bordo del «Nostromo», yacht battente bandiera Usa, le cui tracce si persero nelle acque internazionali di fronte all'India. Il transponder dell'imbarcazione smise improvvisamente di funzionare e solo giorni dopo il natante riapparse sui radar, ormeggiato in una base militare a Fujerah. Alcuni giorni dopo Tiina, alla quale fu intimato dagli Emirati Arabi di non parlare del caso, fece rientro in Finlandia, mentre Hervé in America, dalla moglie.
Nessuno dei due ha per adesso rivelato quello che è successo in quei giorni, probabilmente per timore di ripercussioni. Si sa solo che Latifa, che nei giorni precedenti alla fuga aveva registrato un video poi diffuso su YouTube, in cui raccontava le sue condizioni di detenzione forzata, è sparita. Di lei non si sa niente.
Stefania Martinengo, campionessa italiana di paracadutismo, amica della principessa, ha raccontato al Giornale come la donna le abbia confessato che in passato anche la sorella avesse tentato di fuggire. Per lungo tempo fu tenuta sedata e rinchiusa. Rahda Sterling, di Detainedindubai, ci ha spiegato come gli Emirati Arabi Uniti abbiano «emesso un avvertimento ai residenti che verranno multati per un milione di dirham se condivideranno tweet o notizie Facebook sul caso Latifa». Ciò nonostante «il supporto internazionale per la liberazione die Latifa è cresciuto».
Una storia, quella della principessa che vive in un mondo fatto di invalicabili mura dorate, che sta scoperchiando un fenomeno inquietante. Dietro alla scintillante Dubai, quella che i turisti vedono, si celano storie di maltrattamenti e soprusi. Un Paese moderno e occidentalizzato nei cui hotel, edifici, case, si nascondono, in realtà, come avverte anche l'associazione inglese, violazioni di diritti umani e torture. L'attenzione per il caso resta comunque alta. Gli amici di Latifa hanno infatti prenotato un aereo per sorvolare il Kentucky Derby, negli Usa,a cui parteciperà anche ilo sceicco padre della donna, e dalla cui coda sarà appeso uno striscione con su scritto «Free Latifa». Human Rights Watc ha avvertito che dallo scorso 17 aprile il governo di Dubai ha rotto il silenzio e ha detto che «Latifa è stata riportata a casa e sta bene», aggiungendo che si tratta di una «questione privata sfruttata da una banda di criminali». Di fatto, però, a oggi non ci sono notizie sulla sorte della donna.
Sarah Leah Whitson, direttrice di HRW, ha chiarito: «Devono permettere alla principessa di mettersi in contatto con il mondo esterno. Se è detenuta deve ottenere i diritti di tutti i detenuti, incluso quello di essere giudicata da un giudice indipendente».
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