Il gigante alpino Mattia "Così ho salvato Rachele portandola sulle spalle"

Il primo caporale maggiore dall'Afghanistan all'Abruzzo: «Il paese della bimba non c'è più»

Il gigante alpino Mattia "Così ho salvato Rachele portandola sulle spalle"

«Rachele aveva paura e freddo. Le ho tolto le scarpe bagnate dalla neve e infilato i piedini nei miei guanti pesanti per riscaldarli. Poi me la sono caricata sulle spalle e sono partito con gli sci per portarla in salvo verso l'elicottero» racconta Mattia Popesso. Il primo caporale maggiore degli alpini è il gigante buono immortalato nella foto simbolo scattata dalla madre di una bimba di 5 anni evacuata da valle Castellana, una delle zone isolate del centro Italia colpite dal terremoto e sepolte dalla neve. Nelle immagini l'alpino dell'8° reggimento della gloriosa brigata Julia, alto due metri, occhi azzurri e barbone rossiccio avanza nel manto bianco con gli sci e la piccola sulle spalle.

«Venerdì siamo sbarcati da un elicottero sul campo sportivo di valle Castellana e poi con gli sci e le pelli di foca abbiamo raggiunto le frazioni più isolate, dove non era arrivato ancora nessuno» racconta a il Giornale il gigante buono di 25 anni, friulano doc. «La situazione era estrema: niente corrente e niente acqua. Tutti gli abitanti riparati nella caserma dei carabinieri, unico edificio agibile. Le case sono state sfregiate dal terremoto e poi sepolte dalla neve» spiega la penna nera. Popesso ha servito in Afghanistan nel 2013. «Siamo passati pochi minuti prima nel luogo dove hanno gettato una granata dentro un nostro blindato ed è morto il capitano dei bersaglieri Giuseppe La Rosa».

La «guerra» contro le calamità naturali è diversa, ma l'addestramento alla sopravvivenza e al soccorso rimane lo stesso. «Abbiamo approntato una Zae, l'area di atterraggio per un elicottero e scavato un sentiero nella neve per far arrivare le 26 persone da evacuare» spiega Popesso. Un giovane disabile è stato trasportato con un toboga, una barella apposita trascinata con gli sci ai piedi. «Sono giunti altri civili compresa Rachele, che non si staccava dalla mamma ed era spaventata. Le ho scaldato le manine e usato dei moschettoni di alpinismo colorati per farla giocare. Poi le ho parlato di Babbo Natale e l'ho presa in braccio. Per lei sarebbe stato impossibile marciare nella neve fino all'elicottero» spiega l'alpino. «Mamma e papà erano dietro - continua il soccorritore - Le ho dato una barretta di cioccolata per tranquillizzarla. Una volta caricata sulle spalle mi sono messo in marcia con gli sci. Dopo un po' Rachele si è addormentata dalla stanchezza sul mio caschetto». Nel paio di chilometri fino all'elicottero la madre, Marina Bianchini, ha scattato delle foto al gigante buono con la sua bambina. Una volta in salvo le ha pubblicate su Facebook per ringraziare l'alpino e sono diventate virali. «In questo momento di caos per il nostro Paese è bello rappresentare un simbolo positivo - osserva Popesso - Ma l'effetto speciale è Rachele, che rappresenta il futuro. Io sono solo alto due metri».

Gli alpini negli ultimi giorni sono riusciti a portare in salvo 160 persone bloccate dalla neve (guarda il video). Le forze armate hanno schierato 3.300 uomini, oltre mille mezzi e 36 elicotteri (guarda le foto). E dal fronte della neve spuntano le storie più belle scritte sotto forma di diario, come ha fatto il caporale maggiore scelto Cino Panarese, 133° compagnia del battaglione Susa, 3° reggimento alpini. «Un bacio frettoloso alla moglie (già in piedi) e uno ai figli Jacopo e Giulia mentre dormono ancora» scrive l'alpino senza sapere ancora che in poche ore si ritroverà nell'inferno bianco.

La sua squadra di soccorso di sette uomini parte da Pinerolo e arriva in centro Italia dove regna il caos. «Sbarchiamo dall'elicottero carichi di energia - scrive Panarese - L'obiettivo è la ricognizione di una borgata raggiungibile solo con sci e pelli di foca. Le strade non esistono più. Da tre metri di neve spuntano ogni tanto solo le punte dei cartelli». La squadra di penne nere intravede il paese isolato «o meglio piccoli pezzi di case sotto la coltre bianca. Aumentiamo il passo e urliamo per rintracciare gli abitanti isolati». Oppure si usano i fischietti per attirare l'attenzione. Ci sono due famiglie «senza corrente e linea telefonica, che hanno bisogno di medicine e carburante per il generatore». I video (guarda) mostrano come gli abitanti tagliati fuori dal mondo vedano gli alpini come salvatori. Un uomo di mezza età con la faccia tirata dal freddo esclama: «Siamo stati abbandonati. Per fortuna che ci siete voi».

Questa sera ad Abano all’incontro con i lettori de il Giornale

Su richiesta dei lettori quest’anno debuttano le serate a tema. Oggi l’appuntamento sulle missioni italiane all’estero con l’inviato di guerra Fausto Biloslavo che intervisterà il generale dei Paracadutisti, Marco Bertolini, e il colonnello degli Alpini, Nicola Piasente, che comanda il 3à reggimento alpini di Pinerolo.

Due squadre del reggimento sono impegnate nell’emergenza neve e terremoto in centro Italia. Entrambi gli ufficiali racconteranno, anche con immagini e filmati, cosa fanno i nostri militari in missione, ripercorrendo la storia dal Libano ai giorni nostri.

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