Dopo diversi giorni di silenzio e di pensieri distillati attraverso il suo staff, il presidente di Forza Italia si affida a un comunicato per dire la sua sul nascente dibattito ferragostano e sgombrare dal campo ogni equivoco. Nei giorni scorsi Renato Brunetta aveva lanciato il sasso nello stagno leghista, invitando il Carroccio a confrontarsi con il resto della coalizione attraverso uno strumento di consultazione «aperto». Con alcuni distinguo anche Giovanni Toti aveva offerto la propria disponibilità a sperimentare il nuovo metodo di selezione dei candidati, soprattutto per evitare divisioni laddove fosse impossibile trovare un accordo politico con gli alleati su un candidato. «Per le prossime Amministrative - aveva detto - o troviamo un candidato che unisca tutti o facciamo le primarie di coalizione». Aperture su cui ieri lo storico leader del centrodestra ha deciso di dire la sua per chiarire che la sua opinione negativa al riguardo non è cambiata.
«In troppe occasioni le primarie si sono rivelate uno strumento di consultazione popolare estremamente manipolabile e non in grado di esprimere il miglior candidato tra quelli in gara» dice Berlusconi. «Ritengo quindi che per l'individuazione dei candidati per le prossime elezioni amministrative il centrodestra debba scegliere, come è sempre accaduto, attraverso gli accordi tra le forze politiche che lo compongono».
La frenata di Berlusconi non viene vissuta come una sconfessione da Giovanni Toti che chiarisce la sua posizione: «Sono d'accordo con il presidente Berlusconi per quanto riguarda l'inefficacia dimostrata fino ad oggi dalle primarie celebrate dal Partito democratico e, come ho avuto modo di ripetere più volte, ritengo che l'accordo politico tra i partiti del centrodestra sia la via maestra per l'individuazione di candidati e programmi. Le mie riflessioni affidate in questi giorni alla stampa sono riflessioni del tutto personali. Ma se manca l'intesa tra le forze politiche, il ricorso alle primarie può essere un possibile metodo per ritrovare l'unità di cui tutti abbiamo bisogno». Dentro Forza Italia c'è chi plaude allo stop di Berlusconi, come Altero Matteoli, e chi assume una posizione laica come Maurizio Gasparri. «L'importante non è tanto un'infinita discussione interna su primarie sì o primarie no. Non le ho mai considerate uno strumento salvifico, ma neanche una iattura. In un mondo che campa di sondaggi si può anche sopravvivere alle primarie. Sinceramente mi sta più a cuore l'iniziativa politica di Fi».
Il resto del centrodestra si ritrova, invece, spiazzato e alza i toni per invocarle. «Ci sarà chi dirà no ad alleanze, a partire da Roma, con chi pensa che i cittadini siano da disprezzare nella scelta dei candidati», minaccia Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. «Alcuni esponenti di Forza Italia, anche in dialogo con me, avevano effettuato una timida apertura, comunque positiva» dice Raffaele Fitto. «E oggi, puntuale, dopo neppure mezza giornata è arrivata la stroncatura da parte di Berlusconi, che commette un altro gravissimo errore. Sbagliare è umano, perseverare...».
Chi si schiera in maniera decisa a favore delle primarie è Roberto Maroni. «A Berlusconi le primarie non sono mai piaciute. Io la penso diversamente. Le primarie le ho fatte da segretario della Lega e ha vinto Salvini. Fatte bene funzionano e credo che per il centrodestra sarebbero un esercizio utile a Milano. Sarebbe una scelta di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini».
di Fabrizio de Feo
Roma
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.